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Referendum taglio parlamentari, Grillo e le ragioni del NO

L'ex consigliere regionale, esponente di Forza Italia: "Volevano eliminare la casta ed ora chiedono un "SI" per legittimarla

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Non mi chiuderò nel tempio della loro saccenza, ne manderò  il cervello all’ammasso, non lo farò certo ora solo perché bisogna essere,come dire, “politicamente trend”, ed inseguire l’effimero consenso dei molti; alla classe politica è richiesto un supplemento di ragionevolezza, di responsabilità e valutazione approfondita.

E quindi, con la schiettezza che mi ha sempre contraddistinto, non ho difficoltà alcuna nel prendere le distanze da coloro che, pronti a seppellire l’intelletto, scelgono la strada lastricata di conformismo.

Io al referendum del 20/21 settembre voterò, convintamente, no!!

Semplicemente perché mi rifiuto di partecipare allo sfregio della carta costituzionale, non voglio essere tra coloro che si apprestano a consegnare la politica e il futuro del paese a governi oligarchici.

La proposta referendaria è pericolosa, arretra dal concetto di libertà e ci consegna una democrazia peggiore, non ha nulla di innovativo, e non è, come i corvi pentastellati vorrebbero rappresentarla, una riforma organica.

Loro che volevano eliminare la casta chiedono ora un “si” per legittimarla.

Il sistema democratico ha bisogno di un correttivo, di riforma organica, che prevede una serie di modifiche per rendere efficiente lo stato: lo sblocco del bicameralismo perfetto, l’abrogazione della nomina  dei senatori a vita, la riforma incompiuta delle provincie, la staffetta legislativa tra le due camere e il presidente della repubblica, l’elezione diretta del presidente della repubblica, non si può fare una riforma a tanto a chilo.

Non è sfamando la pancia di coloro che vogliono punire la politica che si risolvono i problemi, la democrazia non può essere ridotta ad una semplice equazione di carattere economico, il concetto più risparmio più sto bene, non è applicabile al sistema democratico,  se fosse vero, mi verrebbe da pensare che la dittatura sarebbe la miglior forma di governo per un paese, ecco, il quel caso, il risparmio è garantito, e allora che si fa?!!

Ciò che si deve pretendere, semmai, è che le istituzioni funzionino che diano risposte, che attivino processi per migliorare la vita economica e sociale del paese

I sacrifici maggiori saranno richiesti come al solito alle regioni del sud che vedranno ridursi in maniera drastica la rappresentanza in parlamento la Calabria, ad esempio, che già soffre di poca considerazione, nonostante l’attuale nutrita presenza dovrà affidare, il suo destino, ad un drappello di eletti, pensate, scelti decisi, ai tavoli romani.

Con l’attuale legge elettorale, che di fatto già priva la libertà di espressione, l’avvento della riduzione della rappresentanza parlamentare sarebbe davvero una iettura una pietra tombale sulla democrazia rappresentativa, si consegna la gestione dello stato a pochi intimi.

Bisogna impedire tutto questo, i “Grilli” in giro per l’Italia hanno già prodotto molti danni, ora vogliono trasformare il parlamento in un “Club” per privilegiati.

Votiamo no e scongiuriamo il riemergere dell’antagonismo di classe post risorgimentale, inevitabile con il restringimento degli spazi democratici.

La Calabria e le regioni del Sud non sono colonie, difendiamole.

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