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‘Ndrangheta in Valle d’Aosta, 5 condanne: tra loro diversi politici

Lo scorso luglio erano stati condannati altri 12 imputati con rito abbreviato. Il procuratore capo Anna Maria Loreto: "Abbiamo fatto il nostro dovere"

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Il tribunale di Aosta ha condannato i cinque imputati nel processo Geenna su una presunta locale di ‘ndrangheta nel capoluogo valdostano. La sentenza del collegio giudicante è arrivata dopo oltre sette ore di camera di consiglio. Presenti alla lettura del dispositivo anche il procuratore capo di Torino, Anna Maria Loreto, insieme ai pm Stefano Castellani e Valerio Longi che hanno coordinato l’inchiesta. Le pene sono: 10 anni per Marco Sorbara, consigliere regionale sospeso; 10 anni per Monica Carcea, ex assessore comunale a Saint-Pierre; 11 anni per Nicola Prettico, consigliere comunale ad Aosta sospeso; 11 anni per Alessandro Giachino, dipendente del Casinò di Saint-Vincent; 13 anni per il ristoratore Antonio Raso.

Le accuse. Sorbara e Carcea erano accusati di concorso esterno in associazione mafiosa mentre gli altri tre imputati, detenuti, di associazione mafiosa: secondo la Dda di Torino e i carabinieri del Reparto operativo di Aosta sono i membri della locale di ‘ndrangheta del capoluogo valdostano. Raso era anche imputato per tentato scambio elettorale politico mafioso (per i presunti voti promessi alla vigilia delle comunali del 2015 all’allora candidato sindaco di Aosta Fulvio Centoz – che rifiutò – in cambio di posti di lavoro) e per concorso in scambio elettorale politico mafioso (per le presunte promesse a Sorbara e Carcea di voti alle comunali del 2015 in cambio di informazioni riservate, dalle rispettive giunte, a vantaggio della locale di Aosta).

Altri 12 condanne nel rito abbreviato. Lo scorso 17 luglio il processo Geenna con rito abbreviato davanti al gup di Torino si era concluso con la condanna di tutti gli altri 12 imputati. Dall’indagine Geenna è nata un’altra inchiesta di Dda di Torino e carabinieri di Aosta, Egomnia, ad oggi non ancora chiusa, su un presunto scambio elettorale politico mafioso in occasione delle elezioni regionali della Valle d’Aosta del 2018. Nella seconda metà del 2019 avevano ricevuto un avviso di garanzia l’allora presidente della Regione Antonio Fosson, due assessori regionali dell’epoca, Laurent Vie’rin (Turismo e Beni culturali), ex presidente della Regione, e Stefano Borrello (Opere pubbliche), e l’allora consigliere regionale Luca Bianchi. Le loro dimissioni, nel dicembre 2019, avevano aperto una crisi politica che ha portato ad elezioni anticipate che, a causa del lockdown, sono slittate al 20 e 21 settembre prossimi. “Le sentenze si rispettano. Abbiamo fatto il nostro dovere” ha dichiarato, all’uscita dal tribunale, il procuratore capo di Torino, Anna Maria Loreto. (Ansa)