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Il vicepresidente Spirlì a Vibo: “La cultura dà pane e companatico”

Il vice della Santelli alla scoperta della cultura vibonese: "Sarò passato mille volte da questa strada e non mi ero accorto dell'esistenza di questo castello"

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La nuova tappa dell’assessore alla Cultura e vice presidente regionale Nino Spirlì, in viaggio per scoprire le identità culturali della Calabria, lo ha portato questa volta a Vibo Valentia ed ai suoi tanti beni archeologici ed artistici, con la visita ai due Castelli che la città possiede. Non una semplice visita istituzionale, ma una vera e propria ricognizione per poter rendersi conto personalmente delle enormi potenzialità che una città come Vibo Valentia possiede, senza essere riuscita ancora a valorizzarle per quanto meritano. E su questo bisogna insistere per poter programmare nel migliore dei modi la ripartenza di una città come Vibo Valentia, custode di beni di assoluto valore.

Visite ai castelli del Vibonese

Primo appuntamento al del Castello normanno svevo, al cui interno trova dimore il Museo archeologico nazionale “Vito Capialbi”. Accompagnato dal sindaco Maria Limardo e guidati dall’archeologa Mariangela Preta, accolti dal direttore Adele Bonofiglio, presente anche il sovrintendente Fabrizio Sudano, il vice presidente Spirlì si è soffermato a lungo tra i tanti reperti presenti affascinato dal carico di storia che qui si custodisce.Quindi, il trasferimento per la visita al Castello di Bivona, un gioiello che proprio grazie al lavoro dell’archeologa Preta ed all’impegno profuso dall’Amministrazione comunale, sta rivedendo la luce in tutto il suo prestigio, tanto da incantare anche il vice presidente, che, a ricordo di questa visita, è stato omaggiato della riproduzione estratta dal Codice Carratelli.

“Non mi ero accorto dell’esistenza di questo castello”

Sorpreso ed ammirato da questo visita, l’assessore Spirlì: “Devo dire ero sconvolto dalla bellezza e dalla ricchezza dei tesori contenuti nel Museo e dalla bellezza e dalla corposità del Castello di Vibo, ma arrivare a Bivona – ha ammesso – è una sorpresa straordinaria: sarò passato mille volte da questa strada e, probabilmente come tanti altri – spero come pochi – non mi ero accorto dell’esistenza di questo castello. Incuriosito dal racconto dell’archeologa Mariangela Preta ho voluto visitarlo ed è una vera e propria scoperta”. Ormai ammaliato da questa “scoperta”, il vice presidente della Giunta regionale, prosegue: “Scoprire che, per esempio, qui si lavorava la canna da zucchero per cui non era solo un castello non era solo la dimora di una guarnigione, ma era anche una fabbrica, cambia la prospettiva ed invita a riflettere sulla realtà complessa di questi nostri territori, che va oltre alla ricchezza dei manufatti e delle opere architettoniche, dando prova di un attaccamento e una dedizione al lavoro sorprendenti”.

Le “sberle” della Calabria

“Queste sono di quelle sberle meravigliose che la Calabria ti regala – aggiunge – ogni volta che esci di casa non sai mai cosa puoi scoprire. Ed ecco una nuova sberla che è poi una piccolissima parte rispetto a quello che la Calabria ti regala ad ogni passo ed è per questo che io spero che i calabresi imparino a girare per la Calabria prima di girare l’Italia e l’Europa. Dovrebbero abituarsi a girare per la Calabria e portarsi i propri figli, andare in giro e scoprire quanto di buono, di bello, di storico, di antico noi possediamo”. Guardando i resti del Castello di Bivona, Nino Spirlì annuncia la volontà di agire affinchè le nuove generazioni restino in Calabria, perché è qui la ricchezza: “…qui a portata di mano e per valorizzarla abbiamo bisogno di grandi professionalità. Proprio in questi giorni abbiamo parlato di programmazione 2021-2027 relativamente ai nuovi fondi europei, abbiamo cominciato a ragionare su tutti gli interventi che possiamo fare attraverso i fondi europei”.

La cultura dà pane e companatico

“Noi abbiamo bisogno di giovani in gamba – prosegue – capaci di intercettare questi Por, di intercettare tutto quello che l’Europa ci mette a disposizione e di finalmente – come dire – fruttificare”. Ricordando, poi, l’infelice battuta di qualche anno fa secondo cui con la cultura non si mangia, l’assessore regionale alla Cultura, ha provocatoriamente dichiarato: “Guai a dire agli italiani che la cultura dà Pane! No, dà molto di più, soprattutto nei nostri territori: ‘la cultura dà pane e companatico’ questa è la verità. E noi abbiamo l’obbligo questo pane questo companatico di portarlo sulla tavola di tutti gli italiani e soprattutto di tutti i calabresi”. Ovviamente soddisfatta il sindaco Maria Limardo, che, accompagnata dagli assessori Daniela Rotino e Michele Falduto ha ribadito l’intenzione della sua amministrazione di voler puntare sulla cultura e sulla valorizzazione dei suoi numerosi beni quale trampolino di rilancio per la città.

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