Primo piano 2

Tentato omicidio a Vibo, resta in carcere il cognato della vittima

Il gip di Vibo Valentia ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare della custodia in carcere. Migliorano intanto le condizioni dell'uomo ferito, non più in pericolo di vita

Cattura CASTAGNA

Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Brigida Cavasino, nell’udienza di questa mattina ha convalidato il fermo nei confronti di Pietro Castagna, 42enne, pregiudicato, difeso dall’avvocato Diego Brancia. L’uomo è accusato di tentato omicidio nei confronti del cognato Francesco Alberto Purita, 49 anni, avvenuto la sera del 29 luglio a Vena Superiore (ne abbiamo parlato QUI). Il gip ha disposto inoltre la custodia cautelare in carcere. Migliorano intanto le condizioni della vittima, ricoverata allo Jazzolino, che non è più in imminente pericolo di vita.

La vicenda. A seguito del grave fatto di cui è accusato Castagna si era reso immediatamente irreperibile, mentre Purita era stato trasportato d’urgenza presso l’Ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia in condizioni inizialmente critiche. Fondamentali ai fini della ricostruzione dell’accaduto sono state le dichiarazioni della vittima la quale, già nell’immediatezza dei fatti, aveva riferito ai poliziotti della Squadra Mobile – senza esitazione alcuna – che era stato sparato da suo cognato Piero Castagna. Escussa nuovamente il giorno successivo, alla presenza del Pubblico Ministero che ha coordinato le indagini Filomena Aliberti, la vittima, dopo aver ricevuto le prime cure, ha meglio circostanziato i fatti, raccontando la dinamica della sera precedente con dovizia di particolari.

La ricostruzione dei fatti. Purita ha riferito che, dopo aver ricevuto una telefonata “monitoria” da Piero Castagna nella quale gli intimava di non recarsi più in quel terreno, quest’ultimo lo avrebbe raggiunto a bordo di un’autovettura intimandogli che “dopo avrebbero fatto i conti”. A seguito di questo primo avvertimento lo stesso Castagna si sarebbe allontanato dal luogo in questione per farvi ritorno dopo pochi minuti con fare decisamente più aggressivo. È stato in tale frangente che l’uomo, dopo aver nuovamente minacciato verbalmente la vittima, avrebbe estratto la pistola e avvicinatosi alla vittima – che nel frattempo cercava di fuggire – l’avrebbe attinta dapprima con un colpo all’orecchio e subito dopo con altri spari ad un braccio e alle gambe, provocando la caduta dell’”avversario”. Non ancora appagato Castagna avrebbe ulteriormente attinto la vittima, ormai riversa al suolo e quasi priva di sensi, con un ennesimo colpo di pistola all’inguine per poi continuare sferrandogli numerosi calci al petto e alle gambe.

Il silenzio omertoso. Purita ha concluso il suo racconto dichiarando che, dopo la fuga del suo attentatore, è riuscito miracolosamente a comporre il numero di emergenza 113 chiedendo di essere soccorso. Le ulteriori investigazioni, condotte attraverso numerose escussioni di persone informate sui fatti e le ininterrotte ricerche del presunto aggressore, hanno messo in luce da un lato l’assoluta reticenza e omertà dei familiari e dei conoscenti di quest’ultimo e, dall’altro, una serie di contraddizioni, anch’esse sintomatiche della volontà di sottacere ogni forma di responsabilità dell’autore del reato, che hanno plasticamente rafforzato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in capo all’odierno fermato.

Dissidi maturati in ambito familiare. Quando ormai il cerchio attorno al responsabile del tentato omicidio stava per chiudersi, Piero Castagna ha deciso di costituirsi presentandosi presso la Questura nella mattinata di ieri accompagnato dal proprio legale di fiducia. Il provvedimento restrittivo rappresenta, quindi, il frutto di serrate indagini condotte sul campo dalla Squadra mobile – sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Vibo Valentia – che hanno permesso di far luce su questo grave fatto delittuoso, le cui ragioni sono da ricondursi, con ogni probabilità, a dissidi maturati in ambito familiare. Al termine delle formalità di rito Castagna è stato trasportato nel carcere di Vibo.

 

 

 

Più informazioni