Coronavirus a Vibo, Limardo e assessori bluffano sulle donazioni?

Ad aprile era stato annunciato a mezzo stampa la creazione di un fondo dove sarebbe stato devoluto il 50% del loro stipendio. La promessa è stata mantenuta? Non proprio

Limardo Maria consiglio

“Il sindaco e i componenti della Giunta sono stati i primi a dare l’esempio devolvendo il 50% delle loro indennità del mese di marzo, e la donazione proseguirà per tutta la durata dell’emergenza”. Era il 17 aprile scorso quando in piena emergenza Covid il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, annunciava con un comunicato stampa un enorme gesto di solidarietà della politica: la donazione, ad un apposito fondo comunale, del 50% dello stipendio di sindaco e assessori “con l’obiettivo di far fronte alle emergenze causate dall’epidemia del Coronavirus”. Sono passati più di 3 mesi e quel fondo ha ricevuto, come donazioni complessive (quindi anche da parte di soggetti esterni alla politica), poco meno di 9mila euro. È stato tutto un bluff?

Stipendio di sindaco e assessori

Il dubbio, guardando le somme in questione, sorge spontaneo: si è sfruttata l’emergenza Coronavirus per mera propaganda politica? Spulciando le indennità del 2019 scopriamo che lo scorso anno, in 7 mesi, sindaco e nove assessori sono costati allo Stato circa 136mila euro, ovvero circa 20mila euro al mese lordi complessivi per tutti e dieci i componenti della Giunta (quindi non 20mila euro a testa ma in totale, ndr). La divisione non è proporzionale, si va dai 26mila euro lordi in sette mesi del sindaco e i 16mila dell’assessore più pagato, ai 7400 degli assessori meno retribuiti. La promessa alla città, però, era una donazione del 50% da devolvere nel fondo comunale: com’è possibile che dopo 5 mesi – da marzo a luglio – ci siano solo 9mila euro?

Donazioni personali senza passare dal fondo

La spiegazione che ci è stata fornita da qualche membro della Giunta, che alle nostre domande – bisogna riconoscerlo – ha risposto in piena trasparenza, è che per ragioni di maggiore celerità e concretezza hanno effettuato diverse donazioni private (sotto forma di acquisti per il Comune o di somme “sospese” nei negozi) senza fare il passaggio tecnico, a volte più costoso, della devoluzione della somma nel fondo comunale. Anche perchè lo stesso è attualmente bloccato in quanto la commissione che dovrebbe decidere come spendere i soldi non è stata ancora nominata, mancando all’appello due membri su cinque. La nomina avverrà però solo a fine emergenza così da poter gestire la somma nella sua interezza. Anche se non risulta ben chiaro, misteri vibonesi, perchè i soldi donati per affrontare l’emergenza Coronavirus verranno spesi solo a fine pandemia.

Perchè annunciare le donazioni con un comunicato stampa?

Le donazioni quindi sono state comunque effettuate. Forse. Non è dato saperlo con precisione: non risultano in qualche atto pubblico e non sono passate dall’apposito fondo comunale annunciato a mezzo stampa. Se però le ragioni delle donazioni private – non quantificabili – possono essere in parte comprensibili, non si capisce perchè sponsorizzare la creazione di un fondo che poi lo stesso sindaco Limardo e i suoi assessori non hanno utilizzato. Maria Limardo, nel comunicato stampa che annunciava il taglio dello stipendio, aveva anche citato Papa Francesco ricordando che “le opere di misericordia si fanno in silenzio, di nascosto, senza vantarsi di farle”. Alla fine, però, è stata promessa ai cittadini una rinuncia delle indennità che ufficialmente non è mai avvenuta, preferendo effettuare delle donazioni private. Sicuramente legittimo, ma perchè pubblicizzare una rinuncia formale – come hanno fatto alcuni consiglieri comunali come Elisa Fatelli o la dimissionaria Luisa Santoro – di metà stipendio per poi effettuare delle mere donazioni a titolo personale “che si fanno in silenzio, di nascosto, senza vantarsi di farle”? L’importante è fare del bene, certo, ma almeno sulle opere di misericordia sarebbe preferibile evitare la propaganda politica.

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