Cronaca

Falso verbale stradale, il Tribunale civile di Catanzaro condanna due poliziotti

Si tratta di una vicenda accaduta nel 2012 durante un servizio di controllo. Secondo gli agenti l'uomo guidava senza cintura e col cellulare in mano, fatti smentiti dai testi

tribunale_catanzaro-ok.jpg

E’ falso il verbale con cui la Polizia stradale ha contestato la violazione del codice stradale a Ferdinando Tomaselli, una contestazione che gli è costata il pagamento della sanzione di 228 euro con 10 punti in meno nella patente di guida. Lo ha deciso la seconda sezione civile del Tribunale di Catanzaro, presieduta da Maria Concetta Belcastro che ha ordinato la cancellazione del documento falso, condannando in solido gli agenti Giovanni Grande e Tommaso Petrosillo al pagamento delle spese processuali in favore di Tomasello. I giudici hanno accolto l’istanza difensiva dell’avvocato Andrea Gareri, ritenendola fondata anche sulla base della ricostruzione fornita da due testi, incompatibile con quella dei verbalizzanti cristallizzata nell’annotazione dell’11 ottobre 2012, che “lascia desumere una errata percezione della realtà da parte degli agenti, ritenendosi provata la non veridicità dell’attestazione”.

L’attestazione farlocca. In particolare nell’annotazione, gli operanti della sezione di Polizia stradale di Catanzaro, hanno riferito che il 10 ottobre 2012 durante l’espletamento del servizio di vigilanza stradale, hanno notato un’auto Fiat 500, di colore rosso, proveniente da Santa Maria e diretta a Catanzaro lido, con una sola persona a bordo, la quale, priva di cintura di sicurezza, gesticolava con un cellulare in mano. I due agenti, hanno immediatamente seguito l’auto raggiungendola in breve tempo, atteso che la macchina si era fermata pochi metri dopo il punto di avvistamento. Nell’annotazione si dà inoltre atto che al momento della contestazione dell’infrazione, a bordo dell’auto c’erano altri due passeggeri, che escussi nel procedimento hanno fornito una serie di elementi disvelando una realtà diversa da quella attestata dai pubblici ufficiali.

La versione dei testi. Nel dettaglio entrambi i testi hanno dichiarato che il controllo da parte degli agenti è avvenuto quando l’auto era parcheggiata, ferma e a motore spento da oltre 30 minuti e che durante il tragitto effettuato nella mezzora precedente da Catanzaro Lido in direzione Santa Maria, Tommaselli non aveva il cellulare in mano. Uno di loro, inoltre, ha escluso di avere incrociato volanti della Polizia nella tratta effettuata prima della sosta, mentre l’altro teste ha precisato che nel chilometro percorso prima di fermarsi, Tomaselli aveva la cintura di sicurezza allacciata. Per i giudici del Tribunale, non solo le infrazioni contestate con il verbale sono state smentite dai due testimoni, “ma lo scarto temporale di oltre 30 minuti che, stando alle dichiarazioni di costoro, vi è stato tra il parcheggio dell’auto e il successivo controllo degli agenti stride con la contestazione quasi immediata che questi ultimi assumono di aver eseguito. Così come inconciliabile è la dichiarata presenza di entrambi i testi all’interno dell’auto anche quando essa era in marcia e l’avvistamento di una sola persona a bordo da parte degli operanti”. Infine anche la tratta percorsa da Tomaselli prima dello stop dell’auto è risultata diversa da quella indicata dagli agenti di polizia. In conclusione la ricostruzione dei fatti fornita dai testi, unitamente alla considerazione dell’orario serale in cui è avvenuto l’avvistamento e della oggettiva difficoltà di verificare in un’auto in movimento se il conducente aveva la cintura di sicurezza induce il collegio a ritenere dimostrata la non veridicità di quanto attestato nell’annotazione. (g. p.)

Più informazioni