Cronaca

Le “menzogne” dell’ex assessore Mungo e le istruzioni fornite per farla franca in Procura

Negli atti dell'avviso di conclusione delle indagini sulle irregolarità nella gestione della piscina comunale di Catanzaro emergono conversazioni scottanti

Mungo-

Negli atti dell’avviso di conclusione dell’inchiesta sulle irregolarità nella gestione della piscina comunale “Vinicio Caliò” in cui sono indagati per traffico di influenze illecite l’ex assessore comunale allo Sport Giampaolo Mungo, Salvatore Veraldi, all’epoca dei fatti fidanzato con la figlia di Mungo (entrambi destinatari nel mese di aprile di un sequestro preventivo di 15mila euro) e il titolare della Asd “Catanzaro Nuoto” Antonio Lagonia emergono una serie di conversazioni scottanti. Mungo e Veraldi, si incontrano a ridosso dell’interrogatorio fissato per il 18 marzo 2019 in Procura, poi prorogato all’8 aprile. L’ex assessore allo Sport istruisce Veraldi su cosa dovrà dire al pubblico ministero, suggerendogli che dovrà chiarire bene di aver fatto volantinaggio per la Asd Catanzaro Nuoto (per giustificare l’assunzione fittizia alla piscina comunale ndr), dovrà sostenere che Lagonia gli aveva fatto firmare un sacco di carte di cui non ne conosceva il contenuto, avvalersi del gratuito patrocinio così i soldi che Mungo avrebbe dovuto versare al suo difensore di fiducia li avrebbe dati a Veraldi come regalo per quando si sarebbe sposato :  “che ci dobbiamo fare il gratuito patrocino, io questi soldi invece di darli, pagarli a lui ti faccio il regalo per quando ti sposi…Mi fa ridira tu, cioè pecchì ci l’av… si l’adda a mangiara u Statu, quando tu vai, fai i documenti, on l’hai na ura ma fai i documenti? E dai Salvatò, è peccato di Dio è come se tu hai la macchina di tuo padre e vai a comprartela” e Salvatore Veraldi replica:  “mi pigliavi a jornata libera eh vinna a finanza”.

Poi avrebbe dovuto dichiarare che la sua assunzione non era voluta dallo stesso Veraldi e da Mungo, ma da Lagonia : “… ma voi avete chiesto a Lagonia di assumervi? Assolutamente no! Lo ha fatto lui perché…utilizzava a lui e ad altri pemma si faceva dare i sordi arretu…”. Inoltre “consiglia” a Veraldi che avrebbe dovuto recitare spingendolo ad essere convincente nelle sue dichiarazioni perché probabilmente non veritiere, rettificando la sua prima dichiarazione in cui aveva affermato che l’ultima volta che aveva visto Mungo risaliva al 2017 e riferendo invece che lui in realtà si è incontrato con l’ex assessore per caso ai giardini e che in quella circostanza gli aveva fatto vedere la notifica per l’interrogatorio chiedendogli un avvocato a cui rivolgersi. Mungo giustifica la necessità di procedere a questa rettifica perché aveva saputo che quando si sono incontrati i militari lo avevano seguito e fotografato.

In un’altra conversazione ambientale si ascolta Veraldi che tra sé e sè afferma di essere estraneo ai fatti e di pretendere il pagamento delle spese legali, altrimenti andrà alla Guardia di finanza a spiegare che Mungo con  quel contratto della piscina si era trattenuto tutti i soldi. Il riferimento è all’assunzione farlocca di Veraldi, che avrebbe intascato i soldi dello stipendio stornandoli per darli a Mungo: “Signò chi mi significa a mia uno  e dui m’azziccaru ‘nta sta cosa ed eu ‘mindaju e nescira pulitu e l’avvocatu vogghjiu puru pagatu , si no vaju ala guardia e finanza e ci spiegu ca ti tenisti i sordi… si no iamu do pubblicu ministeru… guarda, e ci spiegati a verità comu jiru i cosi almenu cà.. eu mai ‘nta a vita fuvi latru”.

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