Cronaca

Inchiesta sul clan Anello, le decisioni dei gip di Vibo: Stillitani e Tedesco restano in carcere

I gip  hanno dichiarato la propria incompetenza funzionale disponendo la restituzione degli atti alla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro

stillitani

Dopo Lamezia e Catanzaro, ecco anche Vibo. Sono 15 in totale le posizioni vagliati dai giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia. Il gip Marina Russo non ha convalidato il fermo per gli imprenditori Francescantonio ed Emanuele Stillitani (entrambi difesi dagli avvocati Francesco Izzo e Vincenzo Ioppoli) ma ha applicato nei loro confronti la custodia cautelare in carcere. Analogo provvedimento è stato adottato nei confronti di un altro indagato “eccellente”, l’ex consigliere comunale di Vibo Francescantonio Tedesco, difeso dall’avvocato Stefano Luciano. Restano in carcere anche Massimo Gugliotta, 41 anni di Curinga, difeso dall’avvocato Antonio Muscimarro; Daniele Prestanicola, 38 anni di Maierato, difeso dall’avvocato Costantino Casuscelli; Giuseppe Ruccella, 39 anni di Filogaso, difeso dagli avvocati Marco Messino e Francesco Sabatino; Filippo Ruggiero, 63 anni di San Gregorio d’Ippona, difeso dall’avvocato Daniele Romeo; Domenico Tripodi, 53 anni di Porto Salvo (frazione di Vibo Valentia), difeso dall’avvocato Domenico Soranna.

Le decisioni dell’altro gip vibonese. Sui restanti indagati si è poi espresso l’altro gip del Tribunale di Vibo, Francesca Del Vecchio, che ha esaminato le posizioni di altri sette indagati coinvolti nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro denominata “Imponimento” che ha svelato le infiltrazioni nell’economia legale del clan Anello di Filadelfia. Si tratta di Francesco Caridà, 52 anni di Pizzo, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio; Domenico Ciconte, 52 anni di Sorianello, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio; Vincenzo Cutrullà, 59 anni di Pizzo, difeso dall’avvocato Santo Cortese; Antonio Facciolo, 61 anni di Vibo Valentia, difeso dagli avvocati Domenico Sorace e Marco Maria Chindamo; Marco Galati, 54 anni residente in Svizzera, difeso dall’avvocato Antonio Zoccalli; Domenico Lo Bianco, 58 anni di Vibo Valentia, difeso dall’avvocato Santino Cortese; Francesco Mallamace, 43 anni di Vibo Valentia, difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Vincenzo Gennaro. Anche per loro il gip ha disposto l’annullamento del fermo ma la prosecuzione della custodia cautelare in carcere.

Atti trasmessi alla Dda di Catanzaro. Il gip ha dichiarato la propria incompetenza funzionale disponendo la restituzione degli atti alla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro la quale, a sua volta, dovrà adesso inoltrare la richiesta di custodia cautelare entro venti giorni al competente gip distrettuale. A conti fatti l’inchiesta condotta sul campo dalla Guardia di Finanza ha retto a questo primissimo step. Nel primo pomeriggio di oggi i gip di Lamezia Terme avevano convalidato 41 fermi applicando la custodia cautelare per altrettante persone coinvolte nell’indagine. A Catanzaro il gip ha invece rimesso in libertà quattro degli indagati mentre per una quinta persona non ha convalidato il fermo disponendo la custodia cautelare in carcere. Anche qui i giudici hanno dichiarato la propria incompetenza funzionale trasmettendo gli atti nuovamente alla Procura distrettuale di Catanzaro. (mi.fa.)

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