Cronaca

Due finanzieri e un poliziotto al servizio delle cosche Anello e Iannazzo

E’ quanto emerge dalle captazioni contenute nel decreto di fermo notificato dalla Guardia di Finanza nei confronti di 74 persone nell'ambito del blitz della Dda di Catanzaro "Imponimento"

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Due finanzieri e un poliziotto pronti a dare una mano alla ‘ndrangheta, fornendo alla cosca Anello-Fruci anche informazioni utili su diverse indagini in corso. E’ quanto emerge dalle captazioni contenute nel decreto di fermo notificato dalla Guardia di Finanza nei confronti di 74 persone, capi e gregari della cosca Anello-Fruci, provvedimento vergato  dal sostituto procuratore Antonio De Bernardo, l’aggiunto Vincenzo Capomolla e il procuratore capo Nicola Gratteri nell’ambito  dell’operazione della Dda di Catanzaro “Imponimento” .

Il finanziere che protegge la cosca.

In una conversazione datata 6 aprile 2017 Francesco Iannazzo dell’omonima cosca lametina contatta Pasquale Rondinelli sodale del locale di Filadelfia, si mettono d’accordo per consumare un caffè in una stazione di servizio e gli confida  quanto a sua volta gli sarebbe stato raccontato in via riservata da un appartenente alla Guardia di finanza, riportando le parole del suo amico finanziere che lavorava al Goa della Gdf: “ Francè, fate un poco attenzione, perché… il periodo è quello che è … e c’è  un pochino di attenzione verso di te e verso Pierdomenico” (Iannazzo ndr) figlio di Francesco, 65 anni, meglio noto come Ciccio Cafarone, figura apicale della famiglia Iannazzo. L’acquisizione di tabulati telefonici ha consentito di indentificare il militare nell’appuntato scelto Antonio Dieni, allora in forza nel Gruppo Investigazione Criminalità organizzata di Catanzaro. Sarebbe stato proprio Dieni, secondo la Dda, il portatore di delicate e riservate informazioni,  svelate a rappresentanti della cosca lametina, rivelazioni su attività riservate di polizia giudiziaria svolte dal suo stesso reparto, rafforzando le relazioni intrecciate con personaggi contigui alla cosca di ‘ndrangheta Iannazzo attiva a Lamezia Terme.

Le fughe di notizie su un blitz.

In un’altra conversazione captata,  il sodale Nicola Antonio Monteleone confida a Rocco Anello, 59 anni,  la notizia appresa da un finanziere riguardo ad un’imminente operazione di polizia che avrebbe interessato il quartiere Santa Maria a Catanzaro. Siamo nel 2017 e  Monteleone, puntualmente informato sia sul numero delle persone che sarebbero state interessate dal blitz che sulla data della stessa, invita Rocco Anello a leggere i giornali del martedì successivo per avere riscontro di quanto gli stava anticipando “ventiii… o ventidue o ventotto. La sera di lunedì la fanno”. In effetti la notte del 21 febbraio (martedì) del 2017, i carabinieri del comando provinciale di Catanzaro davano esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione Safety Car nei confronti di 20 indagati di etnia rom, ritenuti organici ad un’associazione dedita ai furti di auto nei territori compresi tra Sellia Marina e Catanzaro, nonché da Gasperina a Davoli e a Borgia.  Rocco Anello domanda se si sapesse qualcosa di loro e Monteleone risponde negativamente, asserendo di aver chiesto in merito al suo confidente finanziere. Anello  manifesta una certa preoccupazione “ e la Finanza a noi… ci sta…” e chiede ancora se il finanziere abbia colleghi a Catanzaro. Monteleone spiega che: “è di Nocera… non è più a Vibo… capito?”.  Si tratta di un militare residente a Nocera Terinese ed impiegato nella provincia di Cosenza alla tenenza di Amantea e che precedentemente prestava servizio dal 2009 al 2013 alla compagnia di Vibo. Il successivo narrato di Monteleone permette di reperire due informazioni riguardanti il finanziere: il suo nome è Franco e ricopriva la carica di assessore al Comune di Nocera. La lettura incrociata  dei dati collima con il profilo di Franco Pontieri, che risulta avere contatti telefonici con Tonino Monteleone come risulta dal brogliaccio: Pontieri  con l’utenza in servizio intestata al Reparto tecnico logistico amministrativo della Gdf con insistenza ha cercato di incontrare direttamente Tonino Monteleone.

Il poliziotto infedele.

Ma non ci sono solo finanzieri a favorire la cosca Anello-Fruci e la cosca Iannazzo. Pietro Vardelli, appartenente alla Polizia di Stato con il grado di assistente capo, in servizio all’ufficio immigrazione della Questura di Cosenza si sarebbe reso disponibile a risolvere alcune problematiche riguardanti la cosca Anello- Fruci. In particolare  in una conversazione, Monteleone e Anello, dopo aver affrontato diversi argomenti, iniziano  a parlare di una terza persona, denominata “Pietro il poliziotto”. Monteleone racconta come Pietro avesse convinto un maresciallo dei carabinieri della stazione di Polia a non effettuare continui controlli nei suoi confronti, in quanto oltre ad essere una brava persona, gode della sua amicizia e la cosa poi si sarebbe risolta con una bevuta di una bottiglia di vino: “Dopo di allora ci siamo bevuti una bottiglia di vino in tre”. Durante l’esposizione dei fatti Monteleone ricorda a Rocco Anello che in occasione di un incidente stradale in cui era stato coinvolto il figlio, era stato proprio Pietro ad intervenire e grazie ai rilievi  effettuati da lui si era riusciti  a far ricadere la responsabilità del sinistro verso l’altro conducente anche se il figlio aveva torto.