Cronaca

“Appalti pilotati” alla Regione, il pm in aula ribadisce: “A giudizio Oliverio e Adamo”

Il pm al termine della requisitoria nell'ambito dell'inchiesta "Passepartout” ha chiesto il non luogo a procedere per il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto

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Ha chiesto il non luogo a procedere il pm Graziella Viscomi  per il reato di associazione a delinquere per tutti e per alcuni il non luogo a procedere per determinati reati fine,  per altri ancora il rinvio a giudizio. E’ l’esito dell’udienza nei confronti di 16  imputati tra imprenditori, politici e amministratori pubblici, finiti nell’inchiesta “Passepartout”, con le accuse a vario titolo di  turbata libertà degli incanti, corruzione  aggravata, ma anche traffico di influenze illecite, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture. Ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per Mario Oliverio, ex presidente della Regione Calabria; Nicola Adamo, ex consigliere regionale;  Giuseppe Lo Feudo, direttore generale delle Ferrovie della Calabria; l’imprenditore Pietro Ventura, l’imprenditore Rocco Borgia; Santo Marazzita, direttore dell’esercizio ferroviario di Ferrovie della Calabria; l’imprenditore Giulio Marchi; l’imprenditore Armando Latini; Giovanni Forciniti; Fortunato Varone.  Ha invece chiesto il non luogo a procedere per Luigi Incarnato, Mario Occhiuto, Luca Morrone, Luigi Giuseppe Zinno, Antonio Capristo, Giuseppe Trifirò.  La decisione del gup Alfredo Ferraro è prevista il prossimo 24 luglio.

Vanno al rito abbreviato. Mentre hanno optato per il rito abbreviato, Pasquale Gidaro, difeso dall’avvocato Giusy Caliò, Eugenia Montilla, difesa dal legale Francesco Gambardella, Tito Berti Nulli, assistito dall’avvocato Vincenzo Ioppoli e Arturo Veltri. Si ritornerà in aula il prossimo 23 ottobre, giorno della requisitoria del pm Graziella Viscomi.

L’inchiesta Passepartout. Al centro dell’indagine, ci sono i bandi di gara per la costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superfice e del Museo di Alarico, ma anche il ripristino della tratta ferroviaria turistica della Sila. Dietro tutto, secondo la Procura, c’era un’associazione a delinquere di cui avrebbero fatto parte il presidente Oliverio, come promotore, il suo fedelissimo Nicola Adamo, il dirigente della Regione Luigi Giuseppe Zinno, il direttore di Ferrovie Calabria Giuseppe Lo Feudo e gli imprenditori Pietro Ventura e Rocco Borgia. Il “punto di riferimento” sarebbe stato proprio Nicola Adamo, l’ex vicepresidente della Regione ritenuto “l’elemento di raccordo tra esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori privati”. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, era quello di mantenere il controllo sulle procedure di aggiudicazione delle principali opere pubbliche e di favorire la realizzazione delle stesse, attraverso il coinvolgimento di imprese amiche e sponsorizzate dagli indagati. Per la costruzione del nuovo ospedale, la politica e la burocrazia regionale avrebbero prima concertato la strategia di partecipazione alla gara d’appalto, “orientando raggruppamenti di imprese interessate in modo da pre-individuare la ‘cordata’ vincitrice’”, e poi avrebbero turbato la procedura aggiudicando lo studio di fattibilità del nosocomio alla società Steam srl. Nell’affare del sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e l’Unical, invece, è rimasto impigliato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, oggi accusato di corruzione. Secondo la Procura, in cambio della firma sull’accordo di programma per la realizzazione di un sistema di mobilità sostenibile, Occhiuto avrebbe accettato “la promessa avanzata da Oliverio per il tramite del dirigente Luigi Zinno, di ottenere da parte della Regione Calabria i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del Museo di Alarico, oggetto di gara d’appalto (illegittima) indetta dal Comune di Cosenza”. (g. p.)

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