Megalotto di Giovino, l’ex consigliere comunale Celia: “A chi interessa? La Procura vigili”

L'ex esponente di "Fare per Catanzaro" accende i riflettori sulla delibera appena approvata: “Pare far gola ad un paio di imprenditori quotati”

catanzaro lido

“L’unica cosa che mi fa dormire sonni tranquilli è sapere di avere proprio nella mia amata città una delle migliori, se non la migliore in assoluto, Procura della Repubblica d’Italia con alla testa un magistrato del calibro di Nicola Gratteri. Come non bastasse, per giunta affiancato da una squadra di prim’ordine di sostituti e collaboratori vari. Gente che mi permetto di invitare a soffermarsi il tempo dovuto sulle pratiche in materia di Urbanistica di recente varate dal consiglio comunale con la massima attenzione per una in particolare”. Si è espresso così, senza mezzi termini, l’ex esponente di Fare per Catanzaro nel civico consesso Fabio Celia, che attraverso un comunicato stampa ha voluto accendere i riflettori su una delibera, approvata nell’ultima assise cittadina, inerente a un cambio di destinazione d’uso per un’area di ben 12.260 metri quadrati ricadente nella zona di Giovino. “Un lotto di notevoli dimensioni – ha sostenuto ancora Celia – che pare faccia gola a un paio di imprenditori molto quotati. Operatori economici che si sarebbero al solito rivolti alla politica amica, per così dire, al fine di far mettere la freccia all’appetita deliberazione. Che, è bene ricordarlo, a inizio del mese scorso in Aula creò un piccolo temporaneo dissapore in seno alla maggioranza. Nulla di sconvolgente, per carità, più che altro un segnale dato da una figura di spessore del fronte abramiano. Un segno di disapprovazione, insomma. Mandato all’esterno e soprattutto a chi doveva decodificarlo con una certa chiave e scaturente dal procrastinarsi della messa in discussione, e ai voti dell’assemblea, della questione di cui stiamo parlando. Messaggio che peraltro ha subito sortito l’effetto sperato. Ma ci sarebbe stato da meravigliarsi del contrario”.

Rispetto delle regole. “Sbaglierebbe, però, chiunque, leggendomi, fosse portato a pensare che addirittura io – sottolinea Celia – sarei contro l’iniziativa privata o gli investimenti di persone impegnate ogni giorno per portare lavoro e benessere alla comunità. Il problema, semmai, è il rispetto delle regole e la parità di condizioni fra tutti i cittadini e, nel caso di specie, gli imprenditori del capoluogo,senza quindi figli e figliastri. Una condizione inaccettabile salvo che per i beneficiari degli eventuali favoritismi”. Le considerazioni di Celia appaiono fin troppo chiare, il consigliere dimissionario nel gennaio scorso si interroga infatti sulla corsiapreferenziale che prenderebbero alcune pratiche rispetto ad altre. A maggior ragione se dietro a tale ‘selezione’ siano sottesi interessi particolari. Fatto che all’autore della nota non va giù: “Mi sono posto tante domande una volta documentatomi sui presupposti tecnici di questa pratica da cui, tra gli altri aspetti, emerge come ‘ricadendo in gran parte tale area situata a Giovino, lo ribadisco, in una Zona territoriale omogenea F2 con una rimanente porzione di categoria G2-G5’ si presti al cambio di destinazione d’uso per renderla adatta a nuovi insediamenti commerciali e magari anche alla costituzione di ulteriori insediamenti abitativi. Case e palazzi che di certo non mancano nei dintorni. Anzi. A riguardo è ad esempio emblematico il passaggio di una relazione in cui si sottolinea come ‘la presenza di marciapiedi e camminamenti renda possibile il fare la spesa anche a piedi, ai residenti sprovvisti di mezzi, sì da favorire l’edificazione di un grandemercato coperto’. Un supermercato, in sostanza, malgrado lì ve ne siano già quattro o cinque che insistono nella zona. Un’opera che richiederebbe oltretutto alcuni interventi accessori, ma nient’affatto marginali, alla limitrofa sede stradale con la creazione di corsie d’accesso e roba del genere”.

Celia-pensiero.
Alla luce di quanto scritto nella nota, risulta quindi facile riassumere il Celia-pensiero che comunque ha chiosato dicendo: “Non voglio dar corso a insinuazioni e speculazioni politiche. Vorrei solo che qualcuno mi rasserenasse sulla celerità nell’iter di approvazione della pratica per capire se davvero giovi di più alla collettività o magari solo a pochi fortunati”.

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