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Rinascita, estorsione mafiosa a Nicotera per realizzare un campetto: Cassazione annulla con rinvio

L'indagato, attualmente ai domiciliari, avrebbe imposto ad un imprenditore di avvalersi di una ditta con interdittiva antimafia per realizzare un campo polivalente nella frazione di Badia

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La Sesta sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio il provvedimento con cui il Tribunale della Libertà aveva confermato gli arresti domiciliari per Francesco Vardè, 68 anni di Nicotera, difeso dall’avvocato Diego Brancia, accusato di concorso in estorsione aggravata dal metodo e dalle modalità mafiose nell’ambito dell’inchiesta Scott Rinascita. L’uomo, finito inizialmente in carcere, era stato successivamente posto ai domiciliari.
Secondo l’accusa, si sarebbe recato da Antonio Calabrese, titolare di un’impresa a Villa San Giovanni, aggiudicatario della gara per la realizzazione del campo polivalente coperto con annesso blocco spogliatoi “Oasi Sport – Gioventù”, in località Badia del Comune di Nicotera, imponendogli di continuare a far lavorare uomini e mezzi della ditta “Vardè società cooperativa” di Nicotera”, sebbene tale ditta fosse stata raggiunta da interdittiva antimafia.

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