Cronaca

“Clinica degli orrori nel Catanzarese”, chiesto il processo per 17 indagati (NOMI)

La Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per operatori sanitari, educatori, direttore sanitario compreso, finiti nell'inchiesta sui presunti maltrattamenti al San Francesco Hospital

Anziani maltrattati in casa di riposo, arresti

Anziani ricoverati, vessati con gratuite umiliazioni in quella che è stata ribattezzata “la clinica degli orrori”, da operatori socio-sanitari educatori, infermieri professionali, direttore sanitario compreso, indifferenti verso “i più elementari bisogni di assistenza dei degenti, tenendo nei loro confronti una condotta  inutilmente severa, mortificante e in diverse occasioni molesta, persecutoria e violenta tale da incidere sulla qualità di vita degli anziani ospiti, costretti a trascorrere l’intera giornata seduti sulle sedie posizionate in una sala comune”. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Stefania Paparazzo ha chiesto il rinvio a giudizio per 17 indagati nell’ambito dell’inchiesta sui presunti maltrattamenti nella casa di cura del Catanzarese, denominata “San Francesco Hospital”,  che ha portato la Guardia di finanza a notificare il primo aprile 2019 su richiesta della Procura un’ordinanza  di misura cautelare, vergata dal gip Francesca Pizii, agli arresti domiciliari per due operatori soci sanitari, il divieto di dimora per due Oss, oltre a notificare 11 avvisi di garanzia. Un ulteriore passo della Procura, dopo l’avviso di conclusione delle indagini fatto notificare a febbraio scorso e in cui, rispetto all’ordinanza, era spuntato un nome in più, quello di Antonio Lagrotteria, 30 anni di Catanzaro, accusato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, ampliando le originarie ipotesi di accusa.

I nomi di tutti gli indagati e le ipotesi di accusa. Sotto inchiesta: Luca Pilato, 38 anni  di Catanzaro; Marco Rocca, 43 anni Catanzaro; Antonio Rotella, 54 di Settingiano; Francesco Voci, 38,  di Catanzaro ; Antonio Munizza, 46 anni, Settingiano; Antonino Massara, 55 anni Catanzaro; Giuseppe Bonifacio, 48 anni, Catanzaro; Anna Iannoccari, 58, Catanzaro ; Antonio Papuzzo,50 anni, Lamezia Terme; Rita Cerminara, 37 anni, Soveria Mannelli; Concetta Scarfone, 58 anni,  Catanzaro; Marco Amoroso, 34 anni Catanzaro;  Maria Teresa Lucia Pontieri, 60 anni, residente a Catanzaro; Luca Scardamaglia, 35 anni, Lamezia Terme; Caterina Serratore, 51 anni, Filadelfia; Etleva Ramaj, 51 anni, nata a Vlora (Albania) e residente a Catanzaro e Antonio Lagrotteria, 30 anni, Catanzaro.  Le accuse vanno a vario titolo, dai maltrattamenti (aggravati dell’aver agito approfittando delle circostanze tali da ostacolare la privata difesa ed abusando delle relazioni di ospitalità correlate alla natura della struttura ed all’affidamento ad essa degli anziani da parte dei familiari), al sequestro di persona in concorso,  alle lesioni personali colpose, alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

“Afferrati con forza e schiaffeggiati”.  Secondo le ipotesi di accusa il personale dipendente avrebbe tenuto un atteggiamento provocatorio, molesto nei confronti degli anziani ospiti, afferrati con forza, sgridati, colpiti a schiaffi sul viso, sulla fronte, sul corpo, minacciati con una scopa in mano  “ te la rompo in testa” e derisi. Un anziano, in particolare, sarebbe stato privato  della sua libertà personale, costretto mediante l’applicazione di una fascia di contenzione (una pettorina) a rimanere ancorato alla sedia a rotelle, legando la stessa carrozzina al corrimano presente nella stanza e posizionando un tavolino davanti allo sterno dell’anziano per impedirgli qualsiasi movimento. Tutto questo sarebbe avvenuto in base ad una disposizione impartita dallo stesso direttore sanitario Pontieri al personale infermieristico, agli Oss e ai fisioterapisti. Avrebbe omesso, tra l’altro, secondo le ipotesi di accusa, di effettuare il monitoraggio periodico dello stato psico- fisico dell’anziano ospite, prolungando la sottoposizione alla contenzione per oltre un anno.  In un’altra circostanza, in qualità di medico e di direttore sanitario della Rsa San Francesco, Pontieri non avrebbe adottato per negligenza, imprudenza e imperizia, tutte le misure idonee a garantire una adeguata alimentazione di una paziente affetta dal morbo di Alzheimer, procurandole lesioni personali consistite in una grave malnutrizione e disidratazione che ne avrebbero determinato il ricovero in ospedale il 26 dicembre 2016 e il 9 giugno 2017.

“Costretti a restare immobili”.  Le indagini sono state condotte anche con l’ausilio di intercettazioni ambientali audio-video e con l’esecuzione di perizie tecnico-specialistiche di professionisti del settore sanitario, che avrebbero rilevato vessazioni fisiche anche nei momenti di sonno degli anziani, costretti a trascorrere intere giornate in un corridoio, adibito a sala comune al piano seminterrato della struttura, seduti sulle loro carrozzine o su sedie, dove si addormentavano con il capo reclinato sulla spalla o sul tavolo, l’uno accanto all’altro, costretti a rimanere immobili e a non disturbare l’operatore di turno preposto alla loro sorveglianza.

La parola al gup.  Il pubblico ministero ha preferito non attendere oltre, (visti i vari rinvii di udienza) l’esito del Riesame, con cui in prima istanza aveva chiesto gli arresti domiciliari per tutti e in seconda battuta la sanzione interdittiva del divieto di esercizio della professione sanitaria per la durata di un anno. Adesso la parola passa al gup del Tribunale di Catanzaro, che in aula nel contraddittorio  tra accusa e difesa (nel cui collegio compaiono, tra gli altri, i nomi degli avvocati Vincenzo Cicino,  Francesco Iacopino, Nunzio Raimondi, Stefania Mantelli, Nicola Tavano, Salvatore Sacco Faragò, Nicoletta Politelli e Vincenzo Savaro), deciderà se accogliere la richiesta della Procura mandando a processo gli imputati.