Politica

Rinascita, il caso Lo Bianco tiene “in ostaggio” il Psc di Vibo

Maggioranza e opposizione hanno già fatto cadere il numero legale ma per la seduta di domani il "piano" è diverso

alfredo_lobianco

Il Consiglio comunale di Vibo è stato riconvocato per la giornata di domani quando dovrebbe essere discusso, a sei anni dall’adozione, il Piano strutturale, per la definitiva approvazione del delicato strumento urbanistico. Ma c’è un nodo al pettino e non riguarda il Psc. Bensì la reintegra del consigliere di opposizione Alfredo Lo Bianco, coinvolto nell’operazione Rinascita (attualmente si trova in obbligo di dimora), pronto a passare dal Pd al Gruppo Misto Nè la maggioranza tantomeno la minoranza hanno inteso votare a favore o contro questa decisione prefettizia. Così la precedente seduta è saltata per la mancanza del numero legale e domani in Aula potrebbe ripetersi lo stesso scenario se i gruppi, incapaci di decidere, penseranno di scappare lontano, ancora una volta, dalle proprie responsabilità. Dal canto suo il diretto interessato non ha inteso rilasciare alcuna dichiarazione.

La terza via del centrodestra. Da quanto si apprende, la strada preferita dovrebbe essere quella dell’astensionismo da parte della maggioranza, mentre la minoranza sembrerebbe intenzionata a rimanere fuori dall’Aula. Se non arrivassero voti favorevoli né contrari, il provvedimento diverrebbe tecnicamente “infruttuoso”. L’operazione “astensionismo” sarebbe necessaria ai gruppi che sostengono l’attuale primo cittadino Maria Limardo, per mantenere il numero legale in Aula e poter discutere subito dopo del Piano strutturale comunale.

Psc in ostaggio. Il delicato strumento urbanistico, giunto a conclusione del proprio iter, a quasi sei anni dalla prima adozione risalente al dicembre 2014, è divenuto infatti “ostaggio” per così dire, della vicenda giudiziaria inerente il reintegro in Consiglio comunale del consigliere di opposizione che ha già preannunciato, peraltro, di volersi iscrivere al Gruppo Misto. Dunque, ha già chiarito di voler lasciare quel Partito democratico che prima gli ha espresso solidarietà e vicinanza riaccogliendolo nella propria casa dopo il ritorno provvisorio dell’indagato in libertà e poi si è tirato indietro, dinanzi al nodo della riammissione nella pubblica assise di palazzo “”Luigi Razza”. Insomma, chi scappa a destra e chi scappa a sinistra, lasciando Lo Bianco in mezzo al guado. E con lui -come si preannunciava – anche il Piano strutturale, giunto alla tappa finale, dopo anni ed anni di dibattiti, scontri, cambiamenti, pareri e revisioni

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