Soldi per scarcerare un boss, Veneto si difende: “Perché ripescati verbali rimasti nel buio per anni?”

L'avvocato indagato dalla Dda replica alle accuse, attacca le "notizie di stampa" e spiega: "Non sono per nulla nei guai, forse lo è qualcuno che aveva fatto male i suoi calcoli"

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“Avevo scelto di combattere la mia battaglia mantenendomi nella riservatezza, come ho fatto durante tutta la mia vita. Una ben orchestrata campagna di stampa me lo impedisce. Sono così costretto ad accettare la battaglia che non io, ma altri avevano lanciato”. Così l’avvocato Armando Veneto in una nota, affidando alla stampa la sua difesa dopo essere finito nel mirino della Dda di Catanzaro per corruzione in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafiosa. “Voglio subito dire ai miei tanti amici ed estimatori – aggiunge – che non sono per nulla nei guai; forse lo è qualcuno che aveva fatto male i suoi calcoli”.

L’attacco alle “notizie di stampa”. “Sono in attesa – prosegue l’avvocato – di essere ascoltato nella sede propria per conoscere, anzitutto perchè mai dopo quasi sei anni nei quali i verbali del pentito Pisani sono rimasti a Reggio Calabria, essi sono emersi dal buio e sono stati trasmessi a Catanzaro, a seguito di ‘notizie di stampa’. E perchè le stesse tecniche (‘notizie di stampa’ quale vettore) sono state usate per introdurre e rendere fruibili i malevoli commenti di Minasi”.

“Sono stato confuso con altri”. “Voglio capire – continua Veneto – perchè dalle notizie più calunniose sono stati espulsi i successivi rimaneggiamenti e le modifiche che hanno sgonfiato le tante malevoli chiacchiere. E cercare di capire perchè non si utilizza la trascrizione del colloquio dei familiari di Gallo Rocco Gaetano con lo stesso (eseguita solo nel 2013, cioè dopo quattro anni) che chiarisce – finalmente – di cosa stessero parlando ad agosto 2009; trascrizione che dimostra come io sia stato confuso con altri e che non abbia nulla da fare con la corruzione di un giudice”.

Basta ai poteri fuori controllo. “Dopo aver compreso, spiegherò dove andare a trovare la verità che ‘mi farà libero’, come scrive l’apologeta. Una verità nella quale non c’è spazio per un giovanotto (che ho denunciato per calunnia) al quale io, che avevo al tempo più di settanta anni, avrei ‘comunicato’ ciò che a tutti gli altri andavo negando!”. “Certo – conclude l’avvocato Veneto – per ottenere giustizia bisogna imbattersi in chi la voglia rendere: è questo il tema. Ed io intraprendo il cammino alla ricerca di un ‘costui’ capace di tanto. Lo faccio con tutti coloro che sapranno dire ‘basta’ ai poteri fuori controllo. Al fondo, combatto una battaglia di civiltà: come al solito, per tutti”.

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