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Rinascita Scott e la politica, PD: “Lo Bianco andrà nel gruppo misto”

I leader del partito rispondono all'attacco del sindaco Maria Limardo in merito al reintegro del consigliere: "La questione non ha natura politica ma puramente giuridica, il PD non può fare nulla"

Alfredo-Lo-Bianco

Il reintegro in Consiglio comunale di Alfredo Lo Bianco, indagato nel corso dell’inchiesta antimafia Rinascita Scott per voto di scambio politico mafioso, ha fatto uscire dalla sala consiliare tutti i consiglieri comunali prima ancora di far partire la discussione, con la maggioranza – capeggiata dal sindaco Limardo – che ha duramente accusato il Pd di “sacrificare i propri principi”. I leader del Partito Democratico cittadino però non ci stanno e in una nota spiegano la totale estraneità del loro schieramento in tutta la vicenda: “Non possiamo che respingere al mittente il documento sottoscritto dal sindaco della città – tuonano il coordinatore cittadino Francesco Colelli, il capogruppo in Consiglio comunale Stefano Luciano e il segretario provinciale Vincenzo Insardà – che tende ad attribuire al Partito Democratico la volontà del reintegro stesso. E ci pronunciamo nel merito della questione con meraviglia e sconcerto anche dovuto al fatto che il sindaco è un avvocato”.

Il Partito Democratico non può fare nulla. “Ed infatti – sottolineano – la questione in esame non ha natura politica ma puramente giuridica e sul punto nulla può fare il Partito Democratico, il suo capogruppo, il segretario cittadino o il segretario provinciale. Alfredo Lo Bianco è stato sospeso dal Consiglio comunale per effetto della legge Severino in quanto sottoposto a misura cautelare coercitiva. Di seguito la misura cautelare coercitiva è stata annullata e pertanto, in applicazione della medesima legge citata, è previsto il reintegro. Questo, è un meccanismo giuridico e normativo che non lascia spazio a valutazioni politiche in quanto attiene sfere giuridiche soggettive”.

Rientra in Consiglio, ma fuori dal PD. In ogni caso, ci tiene a sottolineare il PD, Alfredo Lo Bianco “ha comunicato di volere aderire al gruppo misto, non già al gruppo del Partito Democratico, autosospendendosi di fatto dal partito stesso”. Insomma, non si dimetterà ma resterà fuori dal PD, che quindi nulla c’entra con la sua scelta di rimanere in Consiglio comunale. “Nel rivendicare il principio della legalità come valore non negoziabile, nella speranza che ciò possa valere anche per pezzi della maggioranza – concludono Colelli, Luciano e Insardà – invitiamo pertanto alla serietà quest’ultima che ha messo in campo un tentativo grottesco di spostare su un terreno politico una questione giuridica che peraltro, non riguarda per le motivazioni dette il PD, con l’auspicio che il sindaco si concentri per risolvere i problemi di una città che versa, sotto tutti i profili, in un totale stato di abbandono”.

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