Cronaca

Operaio infilzato dalle forche di un muletto, chiesto il processo per un imprenditore

Il gip del Tribunale di Catanzaro ha fissato per il prossimo 10 novembre l'udienza preliminare nei confronti del titolare di un'azienda agricola

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Dopo due lunghi anni, si avvicina l’ora della giustizia per i familiari di Roberto Mancuso, il quarantaduenne di Sorbo San Basile, nel Catanzarese, deceduto in seguito a un assurdo infortunio avvenuto nei pressi in un’azienda agricola a Gimigliano, il 13 agosto 2019. Gli anziani genitori e alcuni fratelli della vittima, che ha lasciato anche la moglie e quattro figli, attraverso il consulente personale Giuseppe Cilidonio, si sono affidati e sono assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. In relazione alla richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm della Procura di Catanzaro, Andrea Giuseppe Buzzelli, titolare del fascicolo per omicidio colposo a carico del titolare dell’azienda, che produce conserve, Antonio Muraca, 35 anni, di Cicala, il gip del Tribunale catanzarese, Teresa Guerrieri, con atto del 13 maggio, ha fissato per il 10 novembre 2020, alle 9.30, nel palazzo di giustizia di viale Argento, l’udienza preliminare.

L’ipotesi accusatoria. A conclusione delle indagini preliminari la posizione del giovane imprenditore agricolo appare ulteriormente aggravata dalla ricostruzione della dinamica del tragico sinistro. Muraca, alla guida del carrello elevatore, scrive il sostituto procuratore nella richiesta di rinvio a giudizio, “nel tentativo di raggiungere un’area di deposito situata in cima a un salita del cortile pertinenziale dell’azienda, si è ribaltato andando a colpire con le forche del macchinario – bloccate in alto per evitare che fossero di intralcio alla manovra di accelerazione necessaria ad affrontare la salita – da tergo, all’altezza del fianco destro, il suo dipendente”. Al quale, aggiunge il pm, “aveva precedentemente dato disposizioni di appoggiarsi sulla parte anteriore del macchinario per fungere da carico, in modo da aumentare l’aderenza e la trazione del mezzo”. Così facendo il titolare ha procurato al lavoratore un “emoperitoneo traumatico massivo con perforazione traumatica del peritoneo e dell’intestino, nonché emotorace con fratture costali multiple, lesioni che nell’arco di pochi minuti ne hanno causato il decesso per shock emorragico”.

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