Cronaca

Rinascita Scott, le fughe di notizie in Prefettura e al Tribunale di Vibo

Nell'avviso di conclusione delle indagini vergato dalla Dda di Catanzaro emerge il ruolo di 2 fratelli indagati per rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio

2019_tribunali-faldoni (1)

Fughe di notizie che dovevano restare segrete.  E a divulgarle sarebbero stati due dei sessantatré nuovi indagati nell’inchiesta Rinascita Scott:  Nicola Larobina, in servizio al giudice di pace di Vibo Valentia e il fratello Michele, funzionario della Prefettura di Vibo, entrambi indagati per rivelazione e utilizzazione del segreto di ufficio in concorso con Renato Iannello, amministratore di fatto ed effettivo dominus della ditta individuale Casanova Costruzioni, formalmente intestata a Rosario Curtosi e Danilo Josè Tripodi operatore giudiziario in servizio alla segreteria del Tribunale di Vibo.  E’ quanto emerge dalle carte dell’avviso di conclusione delle indagini vergato dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso, con la supervisione del procuratore capo Nicola Gratteri.

La pratica da evadere. I fatti risalgono al 19 novembre del 2019 e si sarebbero protratti fino al 6 dicembre dello stesso anno. Tripodi contatta il collega Nicola Larobina, per conoscere l’evolversi di una pratica riguardante la società  “Casanova Costruzioni”, ancora in una fase istruttoria in attesa di una comunicazione da parte delle Forze dell’ordine. Larobina garantisce che avrebbe interessato una persona per sollecitare l’evasione di quel fascicolo. E in effetti, in base all’avviso di conclusione delle indagini, la pratica viene evasa, ma “si trova ancora alla firma”, raccontando che aveva tentato di intercedere sulla stessa anche un ispettore in pensione, sebbene il suo intervento era arrivato solo dopo che l’atto era già stata definito, con l’ulteriore precisazione che tutto questo gli era stato riferito dal fratello Michele. Seguono una serie di conversazioni, in particolare quella in cui  Nicola Larobina comunica all’operazione giudiziario che l’atto risultava depositato, ma “doveva ancora controllare se era stato notificato, si trovava sulla scrivania di Bettina quando se ne va alle due te le prendo e la mando.. tranquillissimo aspetto solo che se ne va”.

 I favori illeciti all’imprenditore. Larobina comunica che avrebbero inviato una e-mail di notifica, informazione che Tripodi riferisce a Iannello “domani mi hanno assicurato che arriverà il decreto sulla pec”. Con l’aggravante di aver commesso il fatto per procurare a Iannello un indebito profitto patrimoniale derivante dalla possibilità di sottrarsi a nuove misure di prevenzione e di evitare provvedimenti ablatori nei confronti della ditta individuale “Casanova Costruzioni” (a lui di fatto riconducibile), che poteva  beneficiare dell’iscrizione nella lista dei “soggetti fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti ad infiltrazione mafiosa” ed aggiudicarsi appalti di lavori pubblici, tra i quali i lavori di pavimentazione eseguiti al Tribunale di Vibo Valentia. Ma c’è anche un’ulteriore aggravante, quella di aver  commesso il fatto per nascondere l’ intestazione fittizia: Tripodi fungendo da interfaccia di Iannello con i terzi, avrebbe avuto la possibilità di continuare a non palesare l’effettiva titolarità della “Casanova Costruzioni”.