Gettonopoli Catanzaro, I Quartieri: “Polimeni si dimetta”

Secondo l'associazione la vicenda "che ritorna in prima pagina dopo il lockdown" è la sintesi "di questo malcostume che attraversa la nostra città, senza distinguo di colore"

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“Calabria in prima pagina, o meglio Catanzaro in prima pagina? Avremmo voluto evidenziare l’aspetto migliore di questa nostra città, quello che resta sempre nascosto agli occhi ed alla conoscenza dei media nazionali, purtroppo ci troviamo sempre a sguazzare nell’abisso di una cronaca contraria a Catanzaro, ostile al suo valore, non già perché tale, ma solo perché siamo sempre noi, come comunità, attori in negativo della storia”. Ad affermarlo in una nota il presidente dell’associazione “I Quartieri” di Catanzaro, Alfredo Serrao, secondo cui con la nota vicenda “gettonopoli” la città “ha toccato il punto più basso della storia, civica e democratica” e chiedendo inoltre le dimissioni del presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni.

Illegalità di nuovo in prima pagina. “La vicenda gettonopoli – continua la nota – che ritorna in prima pagina dopo il lockdown è la sintesi di questo malcostume che attraversa la nostra città, senza distinguo di colore, ma come un fatto consolidato, forse non tanto compreso, di un sistema da sempre arroccato che oggi, più di ieri, è diventato inviso a tutti i cittadini, tanto da decretare anche per il futuro, il dubbio di un esperienza di partecipazione democratica alla vita amministrativa di Catanzaro. A poco servono le alchimie di palazzo quelle dal culo di piombo ben saldato sulle poltrone, quando in effetti non si risponde a delle domande, che a noi sembrano legittime e che, al netto di eventuali responsabilità singole, devono rispondere a quel valore collegiale di controllo e di partecipazione, che non consentono a chicchessia di glissare sulla risposta, facendo il gioco del nascondino dietro al dito!”.

L’accusa al presidente del Consiglio comunale. “Ci sembra più che normale chiedere – afferma l’associazione – quale sia stata l’attività di controllo del presidente del Consiglio comunale, Marco Polimeni, quanto meno in relazione a quanto disposto dall’articolo 30, comma 5 dello Statuto Comunale che recita fra le funzioni del presidente: di coordinare le attività delle Commissioni Consiliari. In questo quadro desolante la mutazione da agnello a lupo e da lupo ad agnello, diventa un paradigma, che di fatto nasconde le volpi, ottimamente attrezzate sul piano della scenografia e della migliore commedia napoletana, anche nella considerazione che l’inchiesta non ha sfiorato il Presidente del Consiglio Comunale, riconsegnandogli come sarebbe d’obbligo il valore della realtà, come accettare di aver – non certo volontariamente – omesso un attività di controllo e di indirizzo”.

I rimborsi ai datori di lavoro. Circa poi una nota della presidenza del Consiglio (la 118768 dell’11 dicembre 2018) con i quali si chiedevano chiarimenti circa il funzionamento delle commissioni consiliari e circa la maturazione del gettone di presenza, l’associazione fa notare: “Se la nota chiarisce la maturazione del gettone con un toccata e fuga dai lavori di commissione, non chiarisce però i termini di un eventuale rimborso ai datori di lavoro, quando l’attività del consigliere è millesimale, tipo apparizione mistica o bilocazione, nei lavori delle commissioni”.

Dimissioni di Marco Polimeni. “A poco servono le buone intenzioni di modifica regolamentare, quelle che restano nelle ipotesi e non si concretizzano attivamente” commenta Serrao. “Ma – aggiunge – la storia non sempre si ripropone, per come i dati vanno sempre analizzati con coerenza e con rigore, tanto che ci domandiamo, se l’attività della Procura di Catanzaro, porterà ad identificare responsabilità sull’azione di singoli consiglieri comunali, cosa farà l’Amministrazione Municipale, si costituirà parte civile in un eventuale procedimento?”. “E ancora di più – conclude – come farà il presidente del Consiglio Comunale, Marco Polimeni a continuare ad essere terzo ed imparziale ad una sua presunta azione di non controllo, tanto che sarebbe opportuno per un valore di rispetto alle istituzioni, declinare le sue ‘dimissioni’ dalla massima carica dell’assise civica, tentando una forma di rigenerazione, sia pure postuma, del criterio di trasparenza e responsabilità?”.

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