Cronaca

‘Ndrangheta e appalti nella piana di Gioia Tauro, i quattro vibonesi finiti nell’inchiesta (NOMI)

Nell'elenco dei 75 indagati di "Waterfront" spuntano tre imprenditori e un ingegnere, marito di una consigliera comunale di Vibo. C'è anche chi ha costruito il nuovo teatro

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Sono quattro i vibonesi finiti nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e denominata “Waterfront”. La Guardia di Finanza ha notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti dell’imprenditore Santo Custureri, 64 anni, originario di Gerace ma residente a Vibo Valentia e rappresentate legale della Cpl di Polistena. Divieto di esercitare attività imprenditoriale invece per Leonardo Maiolo, 44 anni di Arena, e Giovanni Romano, 41 anni di Mileto. Risulta indagato senza alcuna misura cautelare Walter Cosenza, 47 anni, nato a Luzzi ma residente a Vibo Valentia.

Obbligo di presentazione alla Pg. Santo Custureri è l’imprenditore che a Vibo ha vinto l’appalto per la realizzazione del nuovo teatro in via di completamento a Moderat Durant. Nell’inchiesta “Waterfront” risulta indagato per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. A metterlo nei guai la realizzazione di un centro polisportivo a Gioia Tauro. Secondo l’ipotesi accusatoria, in concorso con Angela Nicoletta, Francesco Mangione, Cosimo Raffaele Zangari, Domenico Auddino e Sandrà Spano, “con artifici e raggiri” avrebbe falsamente certificato l’ultimazione dei lavori e il collaudo statico delle strutture per attestare la realizzazione dei lavori e farsi liquidare la somma di circa 620mila euro “inducendo in errore la Regione Calabria e la Comunità Europea”.

Stop all’attività imprenditoriale. Leonardo Maiolo è invece accusato in concorso con altri imprenditori di turbata libertà degli incanti e la sua impresa la D.I. risulta nell’elenco di quelle sequestrate unitamente ad una serie di conti correnti a lui riconducibili. Secondo la Dda avrebbe fatto “cartello” con altre imprese per condizionare il risultato di una gara d’appalto relativa alla costruzione di una circonvallazione a Drosi, frazione di Rizziconi. Il reato di turbata libertà degli incanti viene contestato pure a Giovanni Romano ma in questo caso la gara d’appalto finita tra le carte dell’inchiesta è la realizzazione di un eliporto a supporto dell’ospedale di Polistena. La sua ditta la “Cantieri Italia srl” con sede a Mileto è stata sequestrata.

L’ingegnere. Più sfumata la posizione dell’ingegnere Walter Cosenza, legale rappresentante della “Ase Engennering consulting srl” e marito della consigliera comunale di Vibo Carmen Corrado di Forza Italia. Frode nelle pubbliche forniture, abuso d’ufficio e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche sono i reati che la Procura di Reggio Calabria ipotizza nei confronti di Walter Cosenza, legale rappresentante della società con sede a Vibo Valentia. L’appalto contestato riguarda i lavori di realizzazione del Centro polisportivo di Rosarno e gli inquirenti contestano, in particolare, “una frode nell’adempimento degli obblighi contrattuali mediante condotte consistite nel non sovraintendere al regolare svolgimento del procedimento amministrativo ed alla regolare esecuzione dei lavori, non garantendo che gli stessi venissero svolti a regola d’arte ed in maniera corrispondente al progetto esecutivo”.

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