Resta in carcere l’avvocato Francesco Stilo, 48 anni di Lamezia Terme, arrestato lo scorso 19 dicembre nell’ambito della maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro denominata “Rinascita-Scott” contro la ‘ndrangheta vibonese. Così ha deciso il Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha rigettato l’appello presentato dai suoi due legali di fiducia, gli avvocati Piero Chiodo e Paola Stilo. Per i giudici le sue condizioni di salute sarebbero compatibili con il sistema carcerario e dunque non vi è la necessità di affievolire la misura cautelare così come chiesto dalla difesa che aveva invocato i domiciliari con il braccialetto elettronico. La difesa non si arrende e ha già preannunciato ricorso in Cassazione.
L’ipotesi accusatoria. Si tratta del Riesame-bis che arriva un paio di mesi dopo il primo verdetto dei giudici catanzaresi che avevano derubricato il reato inizialmente ipotizzato dalla Dda di Catanzaro da associazione mafiosa a concorso esterno. Nell’ordinanza firmata dal gip Barbara Saccà che ha fatto scattare lo scorso 19 dicembre il maxi-blitz, emergono stretti rapporti tra l’avvocato Francesco Stilo e la consorteria del presunto boss di Zungri Giuseppe Accorinti. Il legale si sarebbe mostrato disponibile anche a compiere azioni illecite per consentire ad Accorinti di continuare a curare i propri affari. L’avvocato avrebbe fornito informazioni su dichiarazioni di collaboratori coperte da segreto istruttorio, comunicando ad affiliati dell’organizzazione notizie investigative ottenute nell’ambito della sua attività professionale di legale o da altri appartenenti all’ambiente criminale locale, intessendo relazioni con impiegati ministeriali per ottenere informazioni. (mi.fa.)