Cronaca

Le pressioni del sindaco Occhiuto: “Piazza Bilotti va aperta a tutti i costi”

Dalle conversazioni intercettate e riportate nel carteggio del sequestro preventivo del gip del Tribunale di Catanzaro emerge la volontà di non rispettare le regole

piazza bilotti finanza

Dalle carte del sequestro preventivo vergato dal gip Gabriella Logozzo su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Veronica Calcagno emergono una serie di conversazioni intercettate dagli uomini della Guardia di Finanza di Cosenza, da cui si evince la consapevolezza degli indagati delle irregolarità commesse e l’intenzione di non voler seguire l’iter burocratico pur di garantire l’apertura di Piazza Bilotti. Nel corso del dialogo tra il direttore dei lavori Francesco Tucci e la figlia Paola, captato il 13 dicembre 2016, il primo chiede a che punto fosse la predisposizione dei documenti necessari all’apertura della Piazza prevista per sabato 17 dicembre. La donna riferisce che la situazione era alquanto problematica: mancava la documentazione sui provini di tutti gli elementi strutturali, quella relativa alle prove di carico, i certificati di conformità sui grigliati. Francesco Tucci per superare gli ostacoli che gli erano stati prospettati dalla figlia, esterna il proposito di presentare negli uffici competenti la documentazione incompleta fingendo di dimenticare gli atti da allegare.

Le pressioni di Occhiuto. Lo stesso giorno, il direttore dei lavori, riferisce al collaudatore statico Antonino Alvaro, che stava ricevendo pressioni dal sindaco di Cosenza Mario Occhiuto sull’apertura della piazza, pur sapendo della mancanza del collaudo e dell’impossibilità di effettuarlo prima dell’inaugurazione. Il primo cittadino, secondo le parole del direttore dei lavori aveva ordinato di mettere le carte a posto, di fare un collaudo parziale e comunque di arrivare all’obiettivo dell’apertura della piazza per il giorno stabilito. Proprio per questo Tucci e Alvaro prospettavano la possibilità di presentare un verbale attraverso il quale dare contezza delle prove di carico effettuate ed affermare che il verbale di collaudo era in corso di stesura, sulla scorta degli accordi presi con il sindaco.  La piazza doveva a tutti i costi essere inaugurata il 17 dicembre 2016 e in una conversazione tra i Tucci e Occhiuto, veniva concertata la soluzione più idonea per raggiungere lo scopo. Il direttore dei lavori a fronte delle pressioni del sindaco, si impegnava a risolvere ogni problema nonostante l’impossibilità di redigere la relazione di ultimazione della struttura, visto che i lavori erano ancora in corso.

Collaudi inesistenti. Quanto poi alla certificazione del serraggio dei bulloni delle travi, in una conversazione, il dipendente della Barbieri Costruzioni, Guarnaccia riferiva alla progettista Paola Tucci che la relativa verifica sarebbe stata effettuata il lunedì 19, quindi dopo l’inaugurazione, ma che agli atti era stata comunque allegata una certificazione sul punto. Ad aggravare ulteriormente il quadro indiziario degli indagati, secondo il gip, è l’ulteriore conversazione di Paola Tucci che informava il padre dell’impossibilità di depositare gli atti all’ex Genio Civile e soprattutto quella registrata subito dopo tra Francesco Tucci e Converso del Rup, nel corso della quale il direttore dei lavori chiedeva a quest’ultimo di attivarsi per consentire la protocollazione degli atti al Comune di Cosenza. Il dialogo tra i due assume una notevole rilevanza nella parte in cui Tucci afferma a chiare lettere che allo stato il collaudo dei lavoro non è stato eseguito. Falsi e violazioni che hanno consentito l’apertura della cerimonia di inaugurazione di Piazza Bilotti la sera del 17 dicembre 2016, così come voleva il sindaco.

 Rischio crollo. Per il gip “L’utilizzo di Piazza Bilotti, soprattutto da parte di un numero considerevole di utenti, tenuto conto dei difetti riscontrati sulle saldature e delle irregolarità commesse al fine del rilascio del certificato di collaudo, potrebbe determinare un cedimento strutturale o un crollo della stessa di cui allo stato non risulta possibile prevederne l’estensione, con la conseguenza che l’intera area deve essere sottoposta a sequestro”.

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