Cronaca

I “furbetti” dell’Asp di Catanzaro, il ruolo del dirigente e i colleghi compiacenti

Ammonta a circa 20mila euro la somma immeritatamente intascata da 18 indagati per i quali il pm ha chiesto il sequestro preventivo

Assenteisti-Catanzaro

C’ è chi si allontanava dal posto di lavoro senza timbrare il cartellino per andare al bar, dal fioraio, a fare la spesa o a comprare le pizze, chi invece a lavoro non ci andava proprio, ma risultava ugualmente in sevizio grazie all’amico compiacente a cui l’assenteista aveva lasciato il marcatempo, provvedendo a beggiare entrata e uscita al suo posto e chi paradossalmente si spostava dal luogo di servizio per timbrare poi l’uscita nei lettori badge di altri uffici vicini all’abitazione di residenza. Assenze tutte ingiustificate, ma retribuite. L’allegra gestione dei badget è documentata nell’avviso di conclusione delle indagini vergato dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Domenico Assumma per 57 dipendenti dell’Asp di Catanzaro e dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, fatti riportati nell’ordinanza del gip Claudio Paris che ha disposto nei confronti di 15 persone l’interdizione temporanea dal servizio. Un’inchiesta che attesta, attraverso pedinamenti, videoregistrazioni e i tabulati dei dispositivi marcatempo, anche l’assenza di controlli del dirigente Carlo Nisticò, ex consigliere comunale, che invece di vigilare sull’operato dei i propri sottoposti, si scambiano reciproci favori garantendosi vicendevolmente una sorta di impunità dalle loro “fughe” dal lavoro.

I soldi intascati. Ammonta a circa 20mila euro la somma immeritatamente intascata da 18 indagati per i quali il pm titolare del fascicolo ha chiesto il sequestro preventivo pari all’importo illecitamente sottratto all’Azienda: Carlo Nisticò 2.636,33 euro (sospeso per un anno); Marcello Ferro 2.566,68 (sospeso per un anno); Alessandro Ruggiero 1.958,56 (sospeso per sei mesi), Silvano Tolomeo 1.709,40; Carmine Lopez 1.600,76 euro; Francesco Salvatore Sinopoli1.551,94 (sospeso per un anno); Giuseppe Ciambrone 948,45 euro (sospeso per sei mesi), Giuseppe Raciti 856 euro (sospeso per sei mesi); Giovanni Ronchi 857,21 euro; Enrico Caruso 646,668 (sospeso per sei mesi); Vitaliano Palaia, 660, 90 (sospeso per sei mesi); Rosario Tomarchio 444,62 euro (sospeso per sei mesi); Maurizio Mazziotti 426, 30 euro (sospeso per sei mesi); Vincenzo Mancuso, 397,128 (sospeso per sei mesi); Giorgio Costantino 138,29 euro (sospeso per sei mesi); Giuseppe Folino Gallo, 135,24 euro e Antonio Aloi 125,48 (sospeso per tre mesi).

Il capo del gruppo e i favori tra colleghi.   Il dominus dell’organizzazione truffaldina sarebbe stato Carlo Nisticò, direttore responsabile della Struttura complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp di Catanzaro, che nell’arco di soli quattro mesi, sarebbe risultato assente ingiustificato per più di 46 ore con danno per l’ente pubblico per oltre 2.600 euro. Il cartellino del dirigente risultava correttamente timbrato, solo che il suo badge sarebbe stato strisciato sul dispositivo elettronico aziendale, da Gallo, Sinopoli, Notaro e Aloi, che lo coprivano mentre Nisticò si trovava altrove, violando i doveri di lealtà e probità inerenti il pubblico servizio svolto. Trentasette gli episodi documentati, uno fra tutti quello del 16 marzo 2017: Aloi copre l’assenza di Nisticò strisciando il badge personale di entrata a lavoro alle 9.44 mentre il dirigente arriva in ufficio, ben cinque ore dopo, alle 15.43. Un episodio paradossale è poi quello che riguarda Sinopoli, dipendente Asp di Catanzaro, che secondo le ipotesi di accusa, avrebbe attestato la propria presenza in servizio timbrando in ingresso e in uscita nei lettori presentati in altri plessi aziendali e in particolare al lettore 52 del Polo Asp di Squillace, vicino alla sua abitazione, “con conseguente fraudolenta anticipazione dell’orario di ingresso e fraudolenta posticipazione dell’orario di uscita dalla sede di lavoro, senza che vi fossero giustificazioni su eventuali attività lavorative esterne”. Sinopoli timbra il cartellino di Tomarchio in entrata alle 7.17 e in uscita alle 15.45, negli uffici del Polo di Squillace,  il 30 marzo 2017, giorno in cui lo stesso Tomarchio, però, risulta in ferie. Gli interrogatori di garanzia per i 15 indagati raggiunti da un provvedimento di sospensione dall’attività lavorativa di terranno tra il 27 e il 28 aprile.

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