Economia & società

OPINIONI | Il “denaro dall’elicottero” per evitare la depressione economica

Sono diversi gli economisti di fama mondiale che sostengono l'idea dell'Helicopter Money: una somma di denaro a tutti i cittadini per rilanciare i consumi

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È ormai chiaro ed evidente: il Governo sta operando malissimo, su tutti i fronti e sin dall’inizio, quando, non essendo in grado di controllare la fuga di notizie, ha provocato, anzi agevolato non riuscendo oltremodo ad impedirlo, l’esodo incontrollato dalle zone contagiate del nord verso il sud potendo così risparmiare una parte del paese.
Ha proseguito e prosegue a commettere errori generando confusione con la collezione di autocertificazioni da aggiornare in base agli umori del momento, con la mancanza di coordinamento e la sovrapposizione di comitati, task force e commissioni di esperti.
Ma gli errori più gravi, questo governo li sta commettendo sul piano economico. Indeciso se consentire la riapertura delle attività produttive, indeciso su quale settori della produzioni avviare la cosiddetta “ripartenza”, soprattutto, indeciso su come agire a sostegno di un’economia che già prima della pandemia era vicina al collasso. E, come se tutto ciò non bastasse, gli errori fondamentali si stanno commettendo innanzitutto sulle strategie da perseguire, imbevuti come sono, i nostri attuali governanti, di una cultura keynesiana ed anticapitalista.

Come scrivo in “Covid-19 Libertà e Diritti in Quarantena, il mio recente libro pubblicato in formato e-book (https://www.youcanprint.it/scienze-sociali-sociologia-generale/covid-19-libert-e-diritti-in-quarantena-9788831667289.html) per favorire una facile lettura – una smart reading, si direbbe oggi che è in voga lo smart working provocato dalla necessità di stare a casa per combattere il propagarsi del coronavirus – un altro pericolo incombente di questo periodo è che un’altra e più grande vittima di questa pandemia sarà il capitalismo, il sistema di libero mercato, al grido di: ci vuole più Stato. Non che prima della pandemia certe culture politiche non lo dicessero già, ma ora media e governo paiono convinti di essere arrivati alla resa dei conti finale.
Si lanciano proposte le più disparate – tra patrimoniali, covid tax, cassa integrazione, nuovi prestiti alle imprese e via elencando – tutte basate su di un principio assistenzialistico con una forte incombenza della presenza dello Stato. Si lanciano ricette tipo un nuovo Piano Marshall, la strategia Draghi, un intervento europeo degno di un’idea di Unione tra Stati membri all’insegna della solidarietà.

Sempre in questo mio e-book “Covid-19 Libertà e Diritti in Quarantena”, sostengo, invece, l’idea del cosiddetto “Helicopter Money”.
A sostegno di ciò, nel citato libro, riporto l’opinione di Nuoriel Roubini, guru della New York University, secondo il quale le iniziative che banche centrali, governi e istituzioni sovranazionali stanno mettendo in campo dinanzi alla crisi finanziaria che si affianca alla tragedia sanitaria, sono insufficienti ed invita a “…fare uno sforzo ulteriore di creatività, di coraggio, di intraprendenza”.
Ed ecco che entra in campo il “denaro degli elicotteri”. Che significa?
“Vuole dire semplicemente – spiega Nuoriel Roubini – distribuire a tutti i cittadini, indipendentemente dall’età e dalla condizione sociale, una somma di denaro per fare fronte almeno in parte alle esigenze immediate e tentare di rilanciare i consumi”.
L’Helicopter money è insomma “denaro gratuito per tutti”, il massimo sostegno immaginabile. Denaro che deve arrivare nelle nostre tasche, quali singoli cittadini, ma soprattutto in quelle delle fasce più colpite, ovvero le piccole e medie aziende, le partite Iva.
D’altronde, nel suo significato originario, quando l’economista Milton Friedman nel 1969 ha coniato il termine, quella degli “helicopter money” era una politica ultra-espansionistica: stampare denaro e letteralmente gettarlo all’interno delle abitazioni dei cittadini, perché lo usassero in tempi di crisi, quando l’economia resta in recessione nonostante i tassi vicini allo zero.
Molti sono i pareri favorevoli a questa proposta di autorevoli economisti, che nel libro vengono citati e la cui lettura conforterà i più scettici, rimane però un grosso ostacolo: Bruxelles non farebbe passare una simile manovra così azzardata e coraggiosa, ma… se necessario, si combatte questa battaglia per dire basta all’Europa dei burocrati e dei banchieri e ritornare al clima originario dei padri fondatori. Epperò, non è uscendo dall’Europa che risolviamo i nostri problemi, ma cambiandola!
Avendone la forza, l’autorevolezza, il peso politico, la cultura necessaria.

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