Coronavirus, Cisl Calabria: “Rischio crisi drammatica, serve visione condivisa”

Secondo il sindacato calabrese la ricetta per uscire dall'emergenza è la condivisione: "Allo stesso tavolo politica, lavoratori, imprese e istituzioni"

Segretario generale Cisl Calabria Tonino Russo

“Mentre seguiamo con preoccupazione e con speranza l’evoluzione dei dati del contagio da Coronavirus sappiamo che è necessario prepararsi con senso di responsabilità ad una ripresa che sarà tutt’altro che facile. È tempo, perciò, di guardare avanti e di costruire uno scenario in cui non ci siano inutili protagonismi, ma la seria e convinta condivisione di un impegno a camminare insieme”. Lo afferma in una nota il segretario generale della Cisl calabrese, Tonino Russo, che aggiunge: “Dobbiamo dire con franchezza che, se in queste settimane stiamo purtroppo affrontando l’emergenza Covid-19, la Calabria è tuttavia affetta anche da altri virus che conosciamo bene, per i quali è compito nostro scoprire al più presto il vaccino”.

Rischio di una crisi drammatica. “Le difficoltà del Paese al Sud e in Calabria – spiega Russo – si amplificano. I problemi non risolti, i gap infrastrutturali, gli indicatori economici mandano inequivocabili allarmi sulla non più procrastinabile inversione di tendenza cui dobbiamo pensare oggi per il dopo emergenza sanitaria. Rischiamo una crisi drammatica: sono in gioco aziende, turismo, agroalimentare, zootecnia, servizi sociali offerti dalle realtà del Terzo settore. Dati di fine 2019 ci parlavano per la Calabria di occupazione al 40% e di disoccupazione al 21,5%; di un tasso di disoccupazione giovanile al 52%; di crescita zero in un Paese sempre più diseguale tra Nord e Sud. È aumentato l’esodo di giovani (e meno giovani) verso il Nord o l’estero: spostarsi per cercare altrove il lavoro che qui non si trova è un diritto, ma non dev’essere un obbligo”.

Condivisione tra politica, istituzioni e mondo del lavoro. “Come se ne esce?”, si chiede il segretario del sindacato calabrese. “È necessaria – prosegue – una visione condivisa, che può nascere solo se ci si siede tutti intorno ad un tavolo: politica, istituzioni, mondo del lavoro, imprese. Con la determinazione di ricomporre un quadro sociale ed economico troppo frammentato. Non è più tempo di strappare il tessuto o di mettere toppe. Ci vuole una stoffa nuova. Perciò, ogni attore sociale deve sentirsi partecipe di un percorso comune, con la sua specificità, che non va ignorata, ma al contrario valorizzata: e sarà valorizzata solo se integrata in una visione d’insieme, in cui ciascuno è chiamato a fare la propria parte. Anche le urgenze vanno affrontate con lo sguardo lungo di chi sa che quel che avviene oggi avrà conseguenze positive o negative sui processi futuri”.

Necessario investire in infrastrutture. “Sarà poi anche il momento di avviare finalmente le opere infrastrutturali già finanziate e, precisazione non inutile nel nostro contesto, di completarle, così da creare nuovo lavoro, senza dimenticare la necessaria manutenzione straordinaria delle infrastrutture esistenti e realizzate molto tempo fa, magari per evitare la caduta di ponti anche in Calabria. E non è più rinviabile, dopo le vicende di questi giorni, una riflessione senza sconti sulla Sanità”.

“Dimostriamo di aver imparato la lezione”. “Tutto ciò e altro ancora sarà possibile solo se si opererà sulla base della condivisione di un percorso che veda muovere nella stessa direzione lavoratori, imprenditori, istituzioni e politica, agendo responsabilmente, senza protagonismi effimeri e ricerca di vantaggi o di consensi a buon mercato. Per usare ancora una volta le parole di Papa Francesco, ormai divenute proverbiali nella vicenda che stiamo attraversando, siamo tutti sulla stessa barca in tempesta e nessuno si salva da solo”. “L’emergenza Covid-19 ‘ci ha fatto comprendere quanto è importante la solidarietà, l’interdipendenza e la capacità di fare squadra per essere più forti di fronte a rischi ed avversità’, scrivono i vescovi italiani nel messaggio per il prossimo Primo Maggio, festa dei lavoratori. Dimostriamo – conclude il Segretario generale della Cisl calabrese – di aver imparato la lezione”.