Rinascita, l’avvocato Stilo al Riesame-bis: chiesti i domiciliari per motivi di salute

Sarebbe in condizioni di salute precarie che potrebbero essere aggravate dall'emergenza Coronavirus. I suoi legati invocano i domiciliari con il braccialetto elettronico

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Insussistenza della misura cautelare in carcere e necessità di concedere i domiciliari con braccialetto elettronico per problemi di salute. E’ ciò che gli avvocati Piero Chiodo e Paola Stilo hanno chiesto ai giudici del Tribunale del Riesame di Catanzaro nel corso dell’udienza che vede indagato Francesco Stilo, il penalista arrestato lo scorso 19 dicembre nell’ambito della maxi-inchiesta “Rinascita-Scott” contro la ‘ndrangheta vibonese.

L’udienza. Si tratta del Riesame-bis che arriva un paio di mesi dopo il primo verdetto dei giudici catanzaresi che avevano derubricato il reato inizialmente ipotizzato dalla Dda di Catanzaro da associazione mafiosa a concorso esterno. Per la difesa di Stilo non sussisterebbero più le esigenze per tenere in carcere il loro assistito che, tra l’altro, soffrirebbe di problemi di cuore. Da qui la richiesta dei domiciliari con braccialetto elettronico come misura a maggiore tutela della salute del penalista, soggetto a rischio in tempo di emergenza coronavirus. Proprio per questo motivo l’avvocato Stilo è stato trasferito dal carcere di Voghera dove si trovava recluso a quello di Opera dove adesso si trova in isolamento.

Il mancato trasferimento. Lo scorso 10 febbraio i suoi legali avevano chiesto al gip Barbara Saccà il trasferimento in un centro di Cardiochirurgia a Milano e il giudice aveva accolto l’istanza ma la direzione del carcere di Voghera non avrebbe però dato esecuzione all’ordinanza. Nell’udienza di oggi gli avvocati Chiodo e Stilo hanno chiesto il trasferimento degli atti al pm della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci perché eserciti l’azione penale nei confronti della direttrice della casa circondariale di Voghera. Quanto alla richiesta di concessione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per Francesco Stilo, il collegio si è riservato la decisione che arriverà nelle prossime ore.

L’ipotesi accusatoria. Nell’ordinanza firmata dal gip Barbara Saccà che ha fatto scattare lo scorso 19 dicembre il maxi-blitz, emergono stretti rapporti tra l’avvocato Francesco Stilo e la consorteria del presunto boss di Zungri Peppone Accorinti. Il legale si sarebbe mostrato disponibile anche a compiere azioni illecite per consentire ad Accorinti di continuare a curare i propri affari. L’avvocato avrebbe fornito informazioni su dichiarazioni di collaboratori coperte da segreto istruttorio, comunicando ad affiliati dell’organizzazione notizie investigative ottenute nell’ambito della sua attività professionale di legale o da altri appartenenti all’ambiente criminale locale, intessendo relazioni con impiegati ministeriali per ottenere informazioni. (mi.fa.)

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