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Cascasi e lo sviluppo del porto: “Perchè il Comune mi esclude da 20 anni?”

Il dubbio del noto imprenditore: "L'obiettivo è di tenere me lontano dai progetti oppure si tratta di pura incapacità a sostenere lo sviluppo economico?"

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La vicenda di carattere giudiziario ha offerto all’imprenditore Francesco Cascasi, lo spunto per riaprire il dibattito rispetto a una vicenda sulla quale da decenni si discute senza mai riuscire  a vedere una luce pur fioca intorno al tunnel. E a porre degli interrogativi che gettano ombre sinistre sull’operato della burocrazia e della classe politica che si è alternata, magari cambiando colore, a palazzo “Luigi Razza”, ma mantenendo sempre “connotati” uguali.

Ostruzionismo. “Quello che mi preme segnalare -ha tuonato Cascasi – è che la stessa amministrazione comunale di Vibo Valentia mi ha negato da oltre vent’anni il rilascio della concessione per la realizzazione di un pontile per la nautica da diporto, vicenda della quale si sta occupando anche la Direzione distrettuale antimafia, bloccando un rilevante investimento che avrebbe dato occupazione ad oltre 100 persone tra diretti ed indiretti”. E non si è fermato qui quello che per l’imprenditore rappresenta un ostruzionismo rispetto alla cui “involontarietà” egli ha più di qualche dubbio.

Attività sospese. Lo stesso Comune, infatti, “ha poi disposto la sospensione di una fiorente attività ricettiva che dà attualmente lavoro a 12 persone e durante la stagione estiva a 24, dopo che da ben sette anni era stata informata delle opere che erano state realizzate e regolarmente autorizzate dalla Capitaneria di Porto previo i pareri favorevoli dell’Ente”. Richieste di autorizzazione che naturalmente “sono state curate dai tecnici, di volta in volta, incaricati”.

Quel fallimentare progetto faraonico. Insomma, tanti no a Cascasi, salvo poi “sostenere sul Porto di Vibo Marina -ha ammonito l’imprenditore – il fallimentare  progetto di realizzazione di un faraonico muro paraonde impedendo di fatto l’impiego di un importante finanziamento pubblico”. E non finisce qui: “Nella redazione del Piano di Emergenza Esterno relativo ai depositi costieri di Vibo Marina,  l’esecutivo non ha esitato a sacrificare lo sviluppo turistico della zona con l’approvazione di linee di salvaguardia talmente ampie da comprendere perfino l’imboccatura dello stesso porto”.

I dubbi dell’imprenditore. La domanda, anzi, le domande, sorgono a questo punto lubranianamente spontanee: “Davvero non riesco a capire -si è chiesto Cascasi – se ci troviamo davanti al tentativo di escludere alcuni imprenditori dalla partecipazione alle attività imprenditoriali sul porto di Vibo Marina oppure si tratta di una più generale incapacità a sostenere lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio”.

E quelli del cittadino…Come dire, possibile che vi sia sempre una longa manus, a prescindere dalle amministrazioni e dal loro colore politico che blocca lo sviluppo del territorio piegandolo agli interessi ed alle volontà di pochi? E già…perchè a più d’uno è sorto il dubbio negli anni che la crescita sia stata frenata dai personalismi e che a dominare la città, al di là della politica, sia troppo spesso un comitato d’affari che indirizza gli investimenti e riduce lo spazio d’azione di chi non si adegua passivamente ai propri diktat…

 

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