Scuola & università

Catanzaro, gli assessori Russo e Carrozza: “No alla promozione per decreto”

"Gesto irresponsabile che vanifica gli sforzi dei docenti impegnati, sul campo, non solo nel gestire la programmazione, ma nello stare accanto agli alunni"

carrozza e russo

“La grave crisi che il Covid-19 ha fatto esplodere in Italia e nel mondo ha portato anche nel comparto scolastico una serie di disagi, dalla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino alle difficoltà di attuazione della didattica a distanza. In questo panorama disastroso, il ministro Lucia Azzolina si è mossa in modo disorganico e grossolano, fino ad arrivare alla “promozione per decreto” che umilia la classe docente. Comunicare ad aprile che tutti gli studenti di ogni ordine e grado non saranno né bocciati, né rimandati, è un gesto irresponsabile che vanifica gli sforzi dei docenti impegnati, sul campo, non solo nel gestire la programmazione, ma soprattutto nello stare accanto agli alunni. Docenti che si sono trovati in una situazione di grave disagio e, con fatica, stanno riuscendo a portare avanti gli obiettivi minimi della programmazione scolastica”. Lo dichiarano gli assessori del Comune di Catanzaro  Danilo Russo e Concetta Carrozza puntualizzando che se queste indiscrezioni risulteranno vere e saranno confermate nel Decreto scuola che domenica prossima sarà al vaglio del Consiglio dei Ministri, “quanto fatto fino ad oggi dai docenti sarà vanificato, segnando un blocco nelle attività di molti, specie di tutti gli studenti che nella consapevolezza di una salvezza sicura non avranno più interesse nel seguire le lezioni on line faticosamente preparate dai prof.

La beffa. Un ministro che beffa sindacati e opposizioni, ma quel che è peggio la sua stessa maggioranza, negandosi e gestendo la crisi da vero dittatore. Non capiamo come sia possibile regalare agli alunni un anno scolastico senza beneficio di recupero delle negatività (non degli apprendimenti) a settembre, e poi trattare i docenti come asini mantenendo in piedi i due concorsi che, a nostro parere, vista la valenza delle donne e degli uomini impegnati nell’insegnamento in Italia, potrebbe essere superato dando a tutti coloro che hanno maturato i 36 mesi (come normativa europea impone) alla fine dell’anno scolastico corrente la possibilità di entrare in ruolo a settembre. Ancora una volta questo governo ci spiazza, non ci rimane che subire un decreto che non fa gli interessi della scuola italiana”.