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Bonus per ingegneri e architetti, InArSind: “Soddisfatti, ma risolvere incongruenze”

Per l'organizzazione sindacale è necessario "alleggerire la pressione fiscale per il 2020, ridurre al 10% l’aliquota delle ritenute d’acconto"

inarsind

Il bonus di 600 euro previsto per il mese di marzo dal Governo sarà rivolto anche ai liberi professionisti. Esprime soddisfazione l’organizzazione sindacale InArSind, che chiede però “ulteriori interventi di finanza pubblica contro la crisi”. “Apprendiamo con sollievo e soddisfazione – spiegano Roberto Rezzola, presidente Inarsind, e Saverio Gallizzi, in rappresentanza calabrese dell’intero consiglio direttivo nazionale – per i provvedimenti intrapresi dal Governo, dopo tanto tempo speso per il raggiungimento di questo primo traguardo, da parte del nostro sindacato in nome e per conto degli ingegneri e architetti liberi professionisti”.

Reali difficoltà dei professionisti. “Le ripercussioni saranno forse limitate – aggiunge Gallizzi – ma vanno nella direzione attesa e si conferma l’efficacia dell’azione ai tavoli di Governo svolta anche da Confprofessioni che attraverso il Presidente Gaetano Stella aveva insistito sull’immediata attuazione. Non è certo un’appropriazione di merito, come purtroppo fatto da altri, ma è l’incitamento a fare di più e meglio per alleviare le reali difficoltà dei liberi professionisti”.

Chi avrà diritto al bonus. “InArSind – afferma ancora Rezzola – apprezza quindi la prima sostanziale e immediata attuazione dell’articolo 44 del Decreto Cura Italia, che consente di alleviare per il mese di marzo il grave impasse alle attività professionali e conviene sullo sforzo del Governo”, spiegando che il bonus andrà chiesto alla propria cassa e sarà erogato a chi ha avuto redditi fino a 35mila euro o, tra 35 e 50mila, abbia subito cali di attività di almeno il 33% nei primi tre mesi del 2020.

Ridurre l’aliquota di acconto. Secondo il sindacato, però, il provvedimento non basta, per questo propone di “agire direttamente alla fonte – spiega ancora Rezzola – aumentando la liquidità dei liberi professionisti riducendo per il 2020 al 10% l’aliquota delle ritenute d’acconto e trovando le soluzioni che consentano di lasciare ‘in tasca’ ai liberi professionisti una quota dei loro debiti fiscali”.

Unica soluzione per aiutare ingegneri e architetti. In conclusione, secondo Inarsind, “solo alleggerendo la pressione delle anticipazioni che il mondo professionale accredita allo Stato si potranno avere dei benefici sulle già sofferenti posizioni finanziarie degli ingegneri e architetti”. InArSind quindi rinnova alla politica la richiesta di “valutare l’ampiezza della crisi e promuovere iniziative di finanza pubblica, non di assistenzialismo, come peraltro autorevoli interpreti dell’economia stanno sostenendo in questi giorni”.

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