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Coronavirus, messe in streaming e Naca posticipata

Bertolone indica i provvedimenti da tener presente nelle liturgie della Settimana Santa, che saranno comunque celebrate senza concorso di popolo

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“Carissimi presbiteri, carissimi fedeli, «fratelli miei carissimi, rimaniamo saldi nel Signore!» (Fil 4,1) Pasqua 2020 in situazione di emergenza. Ci apprestiamo a vivere la Pasqua del Signore in questa grave situazione di emergenza sanitaria, condizione davvero inedita per il popolo di Dio, tanto per i pastori quanto per i fedeli, che ci costringe alla “distanziazione sociale”. Lo scrive l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace Vincenzo Bertolone che rende note le comunicazioni sulla Settimana Santa, innanzitutto per ribadire la scelta obbligata di sospendere le liturgie eucaristiche ed i riti con il concorso di popolo, un doloroso sacrificio, accettato per senso di responsabilità.

Il martirio. “Ma deve essere chiaro, anche per il messaggio ai fedeli, che rinunciare alle Messe con il popolo significa accogliere un vero e proprio martirio “a secco”, perché per i cattolici, nutrirsi del pane eucaristico è essenziale almeno o anche più del nutrirci del pane di grano. Su questo non possiamo transigere e i nostri fedeli lo devono capire: sine dominico non possumus vivere, come dicevano i martiri di Abitene. Vi invito, tuttavia, a tenere presente ed a spiegare ai fedeli l’etica della responsabilità circa le disposizioni della sospensione delle messe e, adesso, dei riti della Settimana Santa: chi è responsabile, cioè chi deve dare risposte agli appelli della storia, ha a cuore la salute altrui (fisica, mentale e spirituale), come vuole la Costituzione, ma soprattutto come ci chiede il comandamento dell’amore. Mi piace ricordare, in proposito, questo pensiero dello scrittore Antoine de Saint-Exupéry: “Essere uomo è essere responsabile”.

C’è una grande verità in questa affermazione: la chiamata alla vita, che è il più grande dono di Dio, è soprattutto una chiamata alla responsabilità nei confronti degli altri fratelli e della casa comune: se la libertà è il territorio in cui ci si muove, la responsabilità è il tracciato delle strade che si percorrono. In tal modo stiamo anche dimostrando come nelle nostre Chiese sia la vita a dover essere innanzitutto celebrata: una vita che va tutelata dal suo nascere al suo tramonto naturale e che va protetta, pure dal coronavirus.

L’etica della fiducia, a sua volta, ci ricorda che la salvezza, anche dal male e dai mali, ci viene soltanto da Dio e dal suo Figlio Risorto che, con la potenza dello Spirito, ci fa uscire dalle tombe e dai sepolcri della vita e dei tempi.Venendo alle indicazioni riguardanti la Settimana Santa, il decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti del 19 marzo scorso ha precisato come la data della Pasqua non possa essere spostata, in quanto è il cuore dell’anno liturgico ed ha offerto, alle Conferenze episcopali e ai Vescovi diocesani alcuni suggerimenti ed indicazioni, che sono stati aggiornati con un successivo decreto emesso il 25 marzo. Sulla scorta di tale decreto, la CEI consegna alle diocesi, sempre in data odierna, gli Orientamenti per la Settimana Santa.

I provvedimenti. Si tratta di provvedimenti che vi invito a tenere ben presenti nelle liturgie della Settimana Santa, che saranno comunque celebrate senza concorso di popolo e facendo in modo da evitare sovrapposizioni con gli orari diocesani. In particolare, sia i decreti della Congregazione del Culto divino sia gli Orientamenti della Cei sottolineano l’importanza che i fedeli possano unirsi alla preghiera nelle proprie abitazioni, grazie alla trasmissione televisiva o mediante social in diretta dei momenti celebrativi.

Ma per garantire la dignità della celebrazione, dagli Orientamenti apprendiamo che la Segreteria generale della Cei ha ottenuto dal Governo italiano che, nelle funzioni della Settimana Santa, possa essere assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, di un lettore, di un cantore, di un organista e, eventualmente, di due operatori per la trasmissione televisiva: tutto nel rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro e delle altre misure igienico-sanitarie e limitazioni nazionali e regionali. Tale “eccezione” rappresenta per noi, fedeli cattolici, un’importante novità. Ma dobbiamo fare chiarezza su un aspetto: è la Segreteria della Cei ad informare le diocesi di questa apertura del governo italiano. Ma non c’è, ad oggi, alcun provvedimento formale di quest’ultimo in deroga alla sospensione delle pratiche religiose e di culto sul territorio italiano. Questa situazione di incertezza potrebbe portare a problemi pratici molto seri per i diaconi o per le consacrate e i consacrati o i fedeli, impegnati nei ruoli ministeriali di lettori o di coristi, che si muovono dalle rispettive abitazioni per partecipare alle celebrazioni religiose.

Pensiamo soltanto all’autocertificazione: che motivi possono essere inseriti senza un formale riconoscimento di questa eccezione o di una deroga alle disposizioni governative? Per tali ragioni ho chiesto alla Conferenza Episcopale Italiana delucidazioni ed inoltre un provvedimento formale da parte del Governo che faccia chiarezza: vi terrò aggiornati.

Domenica delle Palme. Ora espongo alcuni aspetti da tenere in considerazione da tutti i presbiteri, anche non parroci: per la Domenica delle Palme soltanto in Cattedrale deve essere assunta la seconda forma del Messale Romano, con una processione all’interno della chiesa con ramo d’ulivo o di palma. Nelle chiese parrocchiali, invece, deve essere assunta la terza forma del Messale Romano, commemorando l’ingresso del Signore a Gerusalemme in forma semplice.

Per il Giovedì Santo viene straordinariamente concesso ai presbiteri di celebrare la Messa senza concorso di popolo. Devono essere omesse la lavanda dei piedi e la processione al termine della celebrazione. Il Santissimo sarà riposto nel tabernacolo.

Per il Venerdì Santo stabilisco che si introduca nella preghiera universale una speciale intenzione per “chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. Sulla formulazione dell’intenzione nella preghiera universale, potete darmi suggerimenti.

Per la Veglia pasquale, deve essere celebrata esclusivamente nelle chiese cattedrali e in quelle parrocchiali. I battesimi sono rinviati: va mantenuto soltanto il rinnovo delle promesse battesimali.

Per la Messa crismale bisogna attendere l’orientamento del Consiglio Episcopale Permanente, in sintonia con quanto deciderà il Santo Padre, Primate d’Italia, per la diocesi di Roma.

Su questo, quindi, le mie indicazioni verranno in seguito. I Decreti del 19 e del 25 marzo concedono inoltre al Vescovo diocesano la facoltà di spostare, a suo giudizio, le espressioni della pietà popolare (come la Naca di Catanzaro e le altre processioni) ad altra data: a titolo esemplificativo il 14 e il 15 settembre. Resta l’alternativa di annullare queste manifestazioni di pietà popolare per quest’anno. Prima di pronunciarmi su tale punto, vorrei raccogliere le vostre opinioni e i vostri pareri che vi invito di inviarmi al più presto. Nel ringraziarvi per la vicinanza pastorale che state assicurando ai fedeli, anche attraverso i social, Vi saluto nel Signore assicurandovi la mia preghiera e la mia benedizione. Anche voi fate lo stesso per me”.