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Il coronavirus ferma anche il fantacalcio: milioni di “leghe” in ansia

Lo stop al calcio ha fermato anche la passione che accomuna milioni di italiani. Molti però stanno donando i ricavi del gioco agli ospedali. Tra questi, la lega di ragazzi calabresi della Fantacalabrifornication

fantacalcio

E’ il gioco che appassiona milioni di italiani di ogni età. Un fenomeno ormai di massa che accomuna circa 6 milioni di persone. Ma anche il fantacalcio si è dovuto arrendere all’egemonia del coronavirus. I fantacalcisti sono stati privati di una sconfinata passione che mette in ansia i fanta-giocatori in ogni fine settimana calcistico. Lo schierare la formazione, la valutazione delle formazioni, degli squalificati, degli infortunati, dei rigoristi, degli scontri diretti in quella determinata giornata.

E poi la giornata vera e propria (anche se ormai “diluita” in più giorni con il campionato spezzatino) con il tifo per quel determinato giocatore e le ormai celeberrime “gufate”.

Ecco se in questo momento venisse chiesto agli italiani ed ai calabresi cosa manca loro di più, in cima alla classifica, o quasi, ci sarebbe il fantacalcio. Una passione intramontabile che appassiona grandi e piccini e milioni di leghe fantacalcistiche e di gruppi che attendono di rivedersi e di riprendere a gioire e a soffrire nei loro weekend pallonari.

Molti fantallenatori, anche calabresi, hanno deciso di donare le loro quote e le loro vincite derivanti dalla partecipazione al fantacalcio. Tra queste, anche la Fantacalabrifornication, un gruppo nato all’idea di una decina di ragazzi di Vibo Marina e Pizzo una decina di anni fa e che si è allargato negli anni fino a 32 partecipanti di tutta la Calabria e anche di fuori regione. I ragazzi della Fantacalabrifornication hanno donato parte del ricavato fantacalcistico ad un’associazione che sta raccogliendo fondi per l’ospedale “Jazzolino” di Vibo.

E tutti ora attendono con ansia novità riguardo alla ripresa, o meno, dei campionati

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