‘Ndrangheta, boss e pentiti: “Logge coperte influenzano i processi”

Dagli atti di Rinascita alle parole Pantaleone Mancuso "Vetrinetta" rivelazioni inquietanti sarebbero emerse negli anni sui rapporti tra cosche e massoni

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Anche il giudice Marco Petrini, pesantemente coinvolto nell’operazione Genesi condotta dalla Procura di Salerno su input della Dda di Catanzaro, avrebbe frequentato imprenditori, faccendieri, politici spregiudicati e uomini delle istituzioni, inseriti a pieno titolo in una loggia massonica coperta e deviata che avrebbe puntato a condizionare anche i processi. La loggia sarebbe stata costituita all’esterne delle istituzioni regolari – scrive la Gazzetta del Sud – su cui avrebbero puntato i sistemi del potere profondo per influenzare l’andamento di certe cose nella nostra regione e condizionare anche vicende giudiziarie. Ad accusare Petrini – evidenzia la Gazzetta del Sud – il collaboratore di giustizia Andrea Mantella che per evitare il carcere duro si sarebbe fatto certificare una depressione trovando ospitalità in una clinica di Cosenza, Villa Verde, da dove poteva portare avanti senza alcun problema la sua missione di ‘ndranghetista.

Ma delle logge deviate hanno parlato anche altri collaboratori ex mafiosi: Giacomo Ubaldo Lauro e Filippo Barreca a Reggio Calabria, il notaio Pietro Marrapodi, successivamente l’ex consulente finanziario Cosimo Virgiglio, al servizio delle cosche di Gioia Tauro.

Le dichiarazioni di Virgiglio -come chiarisce la Gazzetta del Sud – sono peraltro contenute negli atti della maxinchiesta “Scott-Rinascita” condotta dalla Dda di Catanzaro contro i clan egemoni del Vibonese”.

Argomenti di cui parlano i pentiti di Gioia Tauro, Antonio Russo e Marcello Fondacaro, e persino Pantaleone Mancuso, “Vetrinetta”, di Limbadi che afferma: «La’ndrangheta non esiste più… una volta c’era la ‘ndrangheta! La ’ndrangheta fa parte della massoneria!”

Come dimenticare il dialogo tra il boss Giuseppe Pelle di San Luca e un mafioso di Bianco nel quale quest’ultimo si lamenta del fatto che altri ‘ndranghetisti forti d’un legame massonico deviato si “siedono sempre con i giudici”. Insomma, davvero esiste un filo sottile tra ‘ndrine e massoneria deviata in grado di condizionare i processi?