Politica

L’invito della Cisl: “Santelli affronti il tema del lavoro e del precariato”

Il sindacato guidato, a livello regionale, da Tonino Russo chiede più operatori - medici e personale infermieristico - nel sistema sanitario

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Occupazione, precarietà del lavoro, investimenti per opere infrastrutturali da sbloccare, sanità. In attesa del completamento della Giunta regionale da parte della presidente Jole Santelli, il segretario generale della Cisl Calabria, Tonino Russo, conversando con l’Agi, sottolinea la necessità di affrontare con decisione le grandi emergenze della regione, con alcune priorità imprescindibili.

“E’ finanche imbarazzante – dice Russo – essere costretti a ripetere la litania delle urgenze, ma siamo in una situazione che appare come bloccata e il servizio che la Cisl è chiamata a svolgere per i lavoratori e per la società calabrese, quale “antenna” sensibile sul territorio, impone di tenere alta l’attenzione
prioritariamente su alcune questioni”.

Secondo il segretario generale della Cisl Calabria “la questione del lavoro è centrale per lo sviluppo e per la sopravvivenza stessa della nostra gente. Mettiamola in relazione agli ambiti della sanità, della pubblica amministrazione e delle infrastrutture. Avere più operatori – medici e personale infermieristico – nel sistema sanitario è fondamentale per garantire ai cittadini il diritto ai livelli essenziali di assistenza. E’ necessario quindi stabilizzare immediatamente i precari, che hanno accumulato un’esperienza che rischierebbe di andare perduta, e si deve al contempo procedere a nuove assunzioni. La nuova Giunta – osserva Russo – deve, inoltre, esigere la cessazione di un commissariamento che sfugge al confronto con le parti sociali, cioé con chi sente davvero il polso del territorio: non può funzionare il facile metodo dei tagli lineari, mentre si continua a impiegare risorse della Calabria fuori regione a causa dell’emigrazione sanitaria. Poi, l’impatto traumatico con un’eventuale espansione del Coronavirus, che ovviamente nessuno si augura, rischia di essere devastante per la sanità calabrese”.