Suicidio finto di Lisa Gabriele, mistero sulle foto sparite: il giallo verso la svolta?

Un campione del Dna utile alla comparazione è stato isolato sui reperti ritrovati dagli investigatori dopo la riapertura del fascicolo

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Vi sarebbero anche alcune foto nell’appartamento di Lisa Gabriele, la 22enne assassinata e trovata priva di vita a Montalto il 9 gennaio 2005, che ritrarrebbero la donna insieme all’uomo con cui aveva una relazione. A riferirlo – come spiega la Gazzetta del Sud – sono state alcune amiche della giovane che le ricordano in più punti della casa. Foto delle quali non è stata trovata alcuna traccia. Non ce n’è traccia nei verbali degli investigatori, tantomeno sono state ritrovate da parenti e amici.

Quando la donna è stata trovata esanime, il suo corpo era a breve distanza dall’auto e, intorno, erano state disseminate le finte prove di un suicidio mai avvenuto. Due scatole di psicofarmaci, una bottiglia di whisky e un biglietto di addio, risultato poi falso.

La messinscena non trasse però in inganno magistrati e investigatori. L’esame autoptico rivelò subito che la ragazza era morta per soffocamento e che nel suo organismo non vi erano tracce riconducibili alla ingestione di superalcolici, né all’uso di sostanze psicotrope. Dunque non si era uccisa.

La perizia grafica comparativa fatta svolgere sull’improbabile “biglietto” di addio alla vita che l’autore del delitto intendeva attribuire alla ventiduenne, consentì di accertare che le frasi di congedo dall’esistenza terrena non erano state invece scritte da lei.

La calligrafia, secondo i periti, era di qualcun altro. Le indagini avviate per smascherarlo -scrive la Gazzetta del Sud – non approdarono tuttavia a nulla e il caso fu archiviato. Lo scorso anno, l’invio in Procura, ai comandi delle forze dell’ordine e alla Gazzetta del Sud di una missiva anonima ma credibile, indusse il procuratore Mario Spagnuolo a riaprire l’inchiesta.

La salma di Lisa Gabriele è stata riesumata per ricercare elementi organici in grado di ricondurre al codice genetico dell’autore del delitto. La verità potrebbe arrivare dalla comparazione del Dna, il cui campione è stato già isolato.

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