Attualità

“Troppo lavoro e stipendi bassi”. Anche le suore chiedono diritti

Busta paga più leggera rispetto ai preti, poche tutele sugli orari: nei conventi c’è chi dice basta

suore

Era inevitabile. Dopo il #Metoo delle suore, le denunce dei troppi casi di sfruttamento accompagnati da umiliazioni e mortificazioni, l’ammissione che molte consorelle vivono drammatiche sindromi da burnout , non si poteva non arrivare alle rivendicazioni per un orario lavorativo più equo. Il mondo delle suore sta ribollendo. E dev’essere un segno dei tempi se nelle stesse settimane in cui la premier finlandese Sanna Marin avanza la proposta di lavorare quattro giorni a settimana con una giornata di sei ore, persino le stesse suore e ancora dall’organo ufficiale Donne Chiesa Mondo, inserto femminile dell’Osservatore romano, mettono sul tavolo per la prima volta il tema della settimana lavorativa. Assieme a quello del gender pay gap.

L’INTERVISTA “Io e le altre sorelle: sedici ore senza pause”

Mai si era discusso finora nella Chiesa su come deve essere quantificato l’impiego delle suore nelle strutture degli ordini e la remunerazione delle sorelle è fatto passato sempre in secondo piano, principalmente per il motivo che le religiose fanno voto di povertà: ricevono sì uno stipendio, tra gli 800 e i 900 euro al mese, per le loro mansioni, ma devono restituire subito tutto all’ordine di cui fanno parte.

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