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Spazzacorrotti, la Consulta: “Illegittima l’applicazione retroattiva della legge”

La Corte Costituzionale si è espressa sul divieto di misure alternative e benefici penitenziari per chi è condannato per alcuni reati contro la Pubblica amministrazione

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È illegittima l’applicazione retroattiva della Legge Spazzacorrotti. A stabilirlo è la Corte costituzionale, che oggi ha esaminato le censure sollevate da numerosi giudici sulla retroattività della legge 9 gennaio 2019 n. 3 (cosiddetta Spazzacorrotti), che ha esteso ai reati contro la pubblica amministrazione le preclusioni previste dall’articolo 4 bis dell’Ordinamento penitenziario rispetto alla concessione dei benefici e delle misure alternative alla detenzione. Il deposito della sentenza è previsto nelle prossime settimane.

“L’applicazione retroattiva di una disciplina che comporta una radicale trasformazione della natura della pena e della sua incidenza sulla libertà personale, rispetto a quella prevista al momento del reato, è incompatibile con il principio di legalità delle pene, sancito dall’articolo 25, secondo comma, della Costituzione”, hanno decretato i supremi giudici.
In particolare, è stata denunciata la mancanza di una disciplina transitoria che impedisca l’applicazione delle nuove norme ai condannati per un reato commesso prima dell’entrata in vigore della legge.

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