Cronaca

Gratteri colpisce ancora. Smantellato il clan Presta: 36 arresti (NOMI-VIDEO)

Nuova inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Complessivamente sono 45 gli indagati: 20 in carcere e 16 ai domiciliari

Un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti operante nei comuni della Valle dell’Esaro facente capo alla famiglia Presta. E’ quanto scoperto dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri con l’inchiesta denominata “Valle dell’Esaro”, le cui indagini sono state condotte sul campo dal personale del Servizio centrale operativo della Polizia e dalle Squadre Mobili di Cosenza e di Catanzaro. Quarantacinque le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda.

Operazione “Valle dell’Esaro”. Un provvedimento che rappresenta la conclusione di un’articolata indagine che ha consentito di individuare l’organizzazione criminale che faceva capo alla famiglia Presta grazie al legame con Francesco Presta, detto Franco, storica figura del contesto della ‘ndrangheta cosentina, egemone sul territorio. Secondo l’accusa l’organizzazione criminale controllava il territorio di riferimento e nelle specifico operava nei comuni di Tarsia, Roggiano Gravina, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese ed Acri, esercitando il proprio potere mediante la capillare e asfissiante imposizione dei propri spacciatori nelle varie piazze di spaccio, nonché di quella dei canali di approvvigionamento e rifornimento della sostanza stupefacente. La cocaina veniva approvvigionata da fornitori reggini vicini alle cosche di Platì. Le indagini hanno ricostruito numerosi episodi di spaccio di droga e si è proceduto a sequestri di stupefacenti di vario tipo. Il sodalizio avrebbe avuto nella disponibilità armi da fuoco, anche da guerra. Sequestrati terreni, edifici, imprese individuali ed beni immobili riconducibili ad alcuni degli indagati, in particolare a Giuseppe, Antonio, Roberto Presta e a Francesco Ciliberti. Il valore dei beni mobili ed immobili sequestrati ammonta a circa 2 milioni di euro.

In carcere. In carcere sono finite venti persone. Si tratta di Armando Antonucci di Tarsia, Sergio Cassiano di Terranova di Sibari; Francesco Ciliberti di San Lorenzo del Vallo, Cristian Ferraro di Spezzano Albanese, Michele Fusaro di Spezzano Albanese, Fabio Giannelli di Roggiano Gravina, Antonio Giannetta di Oppido Mamertina, Luigi Gioiello di San Marco Argentano, Roberto Iontorno di Spezzano Albanese, Mauro Marsico di Roggiano Gravina, Attilio Martorelli di Roggiano Gravina, Massimo Orsini di Roggiano Gravina, Mario Palermo di Roggiano Gravina, Marco Patitucci di Roggiano Gravina, Antonio Presta di Roggiano Gravina, Giuseppe Presta di Roggiano Gravina, Roberto Presta di Roggiano Gravina, Giovanni Sanginet di Castrovillari, Costantino Scorza di San Lorenzo del Vallo, Mario Sollazzo di Roggiano Gravina.

Ai domiciliari. Vanno invece agli arresti domiciliari altre 16 persone: Lorenzo Arciuolo di Roggiano Gravina, Alessandro Avenoso di Tarsia, Domenico Cesare Cardamone di Rossano, Rocco D’Agostino di Roggiano Gravina, Damiano Diodati di Terranova di Sibari, Gianpaolo Ferraro di Acri, Roberto Eugenio Gallo di San Marco Argentano, Giovanni Garofalo di Paola, Remo Graziadio di Roggiano Gravina, Erik Grillo di Lungro, Francesco Iantorno (classe 1978) di Spezzano Albanese, Francesco Iantorno (classe 1984) di Spezzano Albanese, Antonio Orsini di Roggiano Gravina, Filippo Orsini di Roggiano Gravina, Vincenzo Santamaria di Tarsia, Raffaele Sollazzo di Mottafollone. Altre sette indagati sono destinatari di obbligo di dimora e per due è scattato l’obbligo di presentazione alla pg.

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