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Legge elettorale iniqua, Vibo e Crotone senza diritto di rappresentanza

Le due province più piccole quasi estromesse dall'Aula. Appena tre consiglieri regionali in tutto sui trenta eletti. Un dato su cui riflettere

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Gli interessi dei grandi centri sono garantiti. Quelli delle grandi province, pure. Ma questa legge elettorale regionale, soprattutto, la suddivisione in tre collegi, finisce per penalizzare notevolmente i candidati di periferia. Vale a dire, quelli che hanno il proprio bacino elettorale nelle province di Vibo Valentia e Crotone. Due province quasi senza rappresentanza. Basti pensare che nella tornata di domenica, a Vibo sono stati eletti appena due consiglieri, a Crotone addirittura una soltanto. Entrano in consiglio regionale Flora Sculco (Crotone), Luigi Tassone, sindaco di Serra San Bruno e Vito Pitaro (Vibo Valentia). Insomma, tre su trenta, se si esclude Pippo Callipo, è davvero poco al cospetto di numeri giganteschi per le tre grandi province. Infatti, sono sette i consiglieri regionali di Catanzaro, nove quelli di Reggio, addirittura dieci quelli di Cosenza.

Come dire il rapporto Crotone-Cosenza è uno a dieci, quello Vibo-Reggio è due a nove. Se si fa un’analisi, guardando al numero degli abitanti e delle sezioni emerge una sproporzione. A Vibo i comuni sono 50 a Reggio 97, la popolazione reggina è di 550mila persone, quella vibonese 162mila. Quindi il rapporto è meno di 1/4 nella popolazione, ma per un eletto a Vibo a Reggio ce ne sono quasi cinque a Reggio.

Dato ancor più evidente se, all’interno della stessa circoscrizione, si fa il confronto con Catanzaro: la provincia centrale conta su 80 comuni, Vibo su cinquanta. Ma il rapporto eletti dice due a sette, cioè più del triplo. E la situazione si ripete anche a Crotone che si ritrova, rispetto a Reggio Calabria con un rapporto di 1/9, con Catanzaro di 1/7, con Cosenza di 1/10. Ma la popolazione della provincia pitagorica è di 174mila abitanti: il rapporto con Catanzaro dovrebbe essere 1/2, quello con Reggio, 1/3, con Cosenza 1/6. Insomma, per quale ragione penalizzare i territori più piccoli? Perchè negare quasi il diritto di rappresentanza? Perchè in Calabria deve valere in ogni ambito la legge del più forte? Quesiti da rivolgere ai politici ed agli esperti di una legge elettorale decisamente iniqua.

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