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Censore e Pitaro da sponde opposte ancora mattatori: l’ex deputato “elegge” Tassone

Fuori dai giochi Mirabello e Pasqua. Sfiorano l'impresa Consoli e Lo Schiavo. Nulla da fare ancora una volta per De Nisi

Pitaro,-De-Nisi,-Martino,-Grillo

Escono in quattro e rientrano appena in due a palazzo Campanellla: il territorio vibonese viene decisamente penalizzato da questa tornata elettorale. I due consiglieri regionali sono Vito Pitaro, eletto nella lista Santelli Presidente e Luigi Tassone, sindaco di Serra San Bruno, vicinissimo all’ex parlamentare Bruno Censore che ha sconfitto al fotofinish Raffaele Mammoliti, segretario della Cgil nell’area vasta CZ-KR-VV.

Insomma, dopo il doloroso “divorzio”, una separazione che vide Vito Pitaro sposare la causa del centrodestra e sostanzialmente del gruppo Mangialavori e Brunello Censore rimanere nel Pd, oggi i protagonisti di quella vicenda della quale fece le spese il Partito democratico tornano primissimi attori sulla scena politica vibonese. Pitaro, per anni sostenitore dell’uomo forte della Città della Certosa, entra in Consiglio regionale e il suo (ex) padrino politico riesce a superare la concorrenza interna e, pur abbandonato dal gruppo Pitaro, piazza il suo delfino in seno al consiglio regionale. Il tutto dopo che Callipo lo aveva messo alla porta, estromettendolo dalla competizione.

Fuori dai giochi, invece, Michelangelo Mirabello che ha ottenuto un discreto risultato ma, dati alla mano, ha pagato proprio la guerra con Censore, destinato a rimanere, oggi più che mai, punto di riferimento nel Pd. Nulla da fare neppure per gli altri uscenti: bocciato Vincenzo Pasqua, cinque anni addietro nella lista Oliverio che da tempo aveva cambiato coalizione schierandosi a destra. Non si è ripresentato, invece, Nazzareno Salerno.

Nulla da fare ancora una volta per l’ex presidente della Provincia Francesco De Nisi, battuto da Baldo Esposito nella lista della Casa delle Libertà. Non gli sono bastati oltre 7mila voti di preferenza. Insomma, De Nisi nel 2014 rimase schiacciato dall’asse Censore-Oliverio, oggi dall’asse Pitaro-Mangialavori e soprattutto dalla defenestrazione dalle liste di Fratelli d’Italia. Non ritorna in Consiglio regionale neppure Alfonso Grillo, candidato anch’egli nella Casa delle Libertà. Escluso dall’assise anche Tonino Daffinà, vicinissimo alla famiglia Occhiuto.

Obiettivo fallito, invece, per Domenico Consoli e Antonio Lo Schiavo, schierati nella compagine “Io Resto in Calabria” di Pippo Callipo. Entrambi hanno riscosso un notevole consenso, ma sono stati superati al fotofinish dall’avvocato catanzarese Francesco Pitaro. Rimane fuori dall’assise anche Marco Martino, sponsorizzato dall’Udc e, nella fattispecie, dall’ex presidente della Provincia Ottavio Bruni.

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