Ci mancava la sindrome cinese. “Barelle ovunque, lettighe nei corridoi in attesa per ore, condizioni di lavoro insostenibili”, con “rischio di aggressioni sia verbali che fisiche” per medici e infermieri. Antonio De Palma, presidente di Nursing up, sindacato degli infermieri, torna a denunciare le condizioni di lavoro estreme nei pronto soccorso. “Stiamo assistendo al tanto temuto corto circuito del sistema, tra picco influenzale e psicosi da virus di Wyuhan”. Calma, è l’appello. Prima di portare i dubbi in ospedale, chiamate medico di famiglia (o guardia medica). “Evitiamo attese inutili e lasciamo lavorare gli operatori sanitari dei reparti di emergenza, senza creare tensioni”, si raccomanda De Palma.
«Il panico è del tutto ingiustificato, niente fobie e terrorismo – insiste Mario Balzanelli, presidente del 118 –. I virus restano una minaccia per l’uomo, voglio ricordare che per l’influenza si muore, anche in modo significativo”. “E si muore di più”, è il richiamo di Clemente Giuffrida, vicepresidente del Simeu, società italiana medicina di emergenza-urgenza.