Politica

Corsa a quattro per la Regione: sfida tra Santelli, Callipo, Aiello e Tansi

La sfida in Calabria e' tra un candidato di chiara matrice politica contro tre candidati civici sui quali la parola passa ora agli elettori

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Si chiude la campagna elettorale per le Regionali piu’ breve e piu’ particolare che la Calabria abbia mai vissuto. Nel bel mezzo delle festivita’ natalizie e  el contesto di un quadro politico estremamente confuso, i
quattro candidati alla presidenza della Regione – Jole Santelli per il centrodestra (sei liste), Pippo Callipo per il centrosinistra (tre liste), Francesco Aiello per l’alleanza civica M55 (due liste) e Carlo Tansi per una coalizione civica (tre liste) – hanno dato fondo in questo ultimo mese a tutte le risorse a loro disposizione in vista della sfida di domenica prossima. In queste ore e’ caccia all’ultimo voto e soprattutto agli indecisi o a chi da anni sta alla larga dalle urne, che in Calabria possono essere tanti se si tiene a mente il precedente delle Regionali 2014: cinque anni fa, infatti, i calabresi che votarono furono solo il 44% degli aventi diritto. Forse e’ anche per catturare quanti piu’ elettori possibili che le coalizioni maggiori – il centrodestra, il centrosinistra ma anche, sia pure in misura minore, il Movimento 5 Stelle – hanno schierato anche in Calabria i grandi leader, anche se le Regionali calabresi sono state chiaramente “schiacciate” dalla maggiore importanza assegnata a quelle emiliane nel contesto degli equilibri nazionali: per la Santelli si sono mobilitati
Salvini e la Meloni per almeno tre volte e, giovedi’, anche Silvio Berlusconi; per Callipo, Zingaretti e’ sceso in Calabria tre volte e chiudera’ qui, oggi, la campagna elettorale, cosi’ come Luigi Di Maio a fianco di Aiello si e’ fatto vedere due volte prima di dimettersi da capo politico del M5s.

Segno che, comunque, il voto in Calabria riveste un certo significato, anche perche’ ridisegnera’ gli  equilibri tra le varie forze in campo e anche perche’ presenta alcuni tratti assolutamente peculiari. Sotto il primo aspetto, a esempio, le Regionali calabresi saranno interessanti per “testare” i rapporti di forza soprattutto nel centrodestra, perche’ anche in Calabria la Lega, che per la prima volta compete con la sicurezza di entrare in Consiglio regionale, e’ data in fortissima espansione cosi’ come Fratelli d’Italia, mettendo in discussione la supremazia di Forza Italia a livello territoriale: anche da questa “conta” interna, peraltro, deriva l’indubbio maggior “peso specifico” che secondo gli analisti ha la coalizione che sostiene la candidatura della Santelli.

Quanto ai tratti peculiari di queste Regionali, il primo e’ capire se anche in queste elezioni in Calabria prevarra’ la regola dell’alternanza che negli ultimi 20 anni vede premiare sistematicamente la parte politica che e’ stata opposizione nella legislatura appena conclusa. Il secondo e’ il fatto che la sfida in Calabria e’ tra un candidato di chiara matrice politica contro tre candidati civici (o almeno si professano essenzialmente civici): il primo e’ la Santelli, che e’ coordinatrice regionale oltre che parlamentare di Forza Italia ed e’ sostenuta da sei liste tutte espressione dei partiti tradizionali della coalizione, gli altri tre sono l’imprenditore Pippo Callipo, che in suo sostegno ha un solo partito “ufficiale”, il Pd, e quindi il docente universitario Aiello, a capo di un’alleanza civica a trazione M5S e infine Tansi, anch’egli alla testa di una coalizione senza simboli di partito e considerato dagli addetti ai lavori un outsider da non sottovalutare troppo.

Ma i motivi di interesse sono anche altri, in una competizione nella quale il cammino di centrodestra, centrosinistra e M5S e’ stato anche parecchio travagliato: nel centrodestra per settimane ha tenuto banco il braccio di ferro tra Forza Italia e Lega sul nome del candidato governatore, che i forzisti avevano indicato nel sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, stoppato dai salviniani con un veto superato solo dall’indicazione
finale della Santelli. Anche nel Pd e nel centrosinistra giorni di passione per l’intenzione del governatore uscente, Mario Oliverio, di ricandidarsi nonostante il no della segreteria zingarettiana: Oliverio ha infine fatto il passo indietro al fotofinish, poco prima della scadenza del termine per la presentazione delle liste. Ma tensioni anche nel Movimento 5 Stelle, prima sul tema dell’alleanza con il Pd, che poi non si e’ concretizzata, poi sul nome del candidato governatore, Aiello, votato sulla piattaforma Rousseau con l’ok solo del 53% degli attivisti pentastellati e platealmente
osteggiato da alcuni parlamentari della “vecchia guardia” grillina.

Le fibrillazioni interne ai partiti e alle coalizioni, alla fine, hanno prevalso sulle polemiche tra gli opposti schieramenti, che si sono accapigliati nella piu’ classica liturgia elettorale, senza dare tanto ai contenuti programmatici dei vari candidati, rimasti piuttosto in secondo piano: tra i temi che piu’ hanno diviso le varie forze in campo quelli della legalita’, della questione morale e dei “cambi di casacca” (giusto per citare un dato, sono cinque i consiglieri regionali uscenti che si sono ricandidati in una coalizione diversa da quella in cui furono eletti nel 2014, passando, in particolare, dal centrosinistra al centrodestra). Ma adesso, su
tutto questo, la parola passera’ ai calabresi, chiamati al voto domenica dalle 7 alle 23, e soprattutto chiamati a migliorare quel misero 44% di affluenza di cinque anni fa.