Cultura & spettacolo

STORIE | Quella volta che una suora si sostituì alla distratta Befana

La speranza dei più grandi che la vecchietta con la scopa e con le scarpe tutte rotte porti a noi buone nuove

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La befana arrivò di notte con le scarpe tutte rotte. Giunse all’improvviso, inaspettata fiera della sua incontenibile bellezza di vecchia audace e rampante, capace di volare su una scopa e di muoversi sorvolando i tetti delle abitazioni con femminile leggiadria da un lato all’altro del paese.

Ma in quella casa di Mileto povera ma dignitosa la vecchietta sulla scopa con il naso lungo e il mento aguzzo, tra il 1964 e il 1967 , si intrufolò più gioiosa del solito e in men che non si dica riempì, con la destrezza tipica delle dolcissime befane di ogni tempo e di ogni luogo, le calze di Antonio e Maria: dolci, caramelle e finanche una bambolina di pezza e un cavalluccio a dondolo. La mattina dopo i due fratelli alla vista di quella calza stracolma di doni inaspettati gioirono di felicità vera e genuina e la sera all’uscita della sacra funzione raccontarono a tutti – con dovizia di particolari, frutto in parte della loro fervida immaginazione – che la befana aveva finalmente fatto tappa anche nelle loro casa.

La suora dell’asilo San Giuseppe che ci seguiva durante le celebrazioni religiose ascoltò con tenera e compiaciuta partecipazione quel racconto e dal suo sguardo luminoso e complice noi bambini capimmo all’istante che era stata proprio lei a sostituirsi alla distratta befana affinchè anche Antonio e Maria gioissero come tutti gli altri bambini. Da allora sono volati via “anni corti come giorni”. La Cattedrale nel di Mileto nel frattempo è diventata anche Basilica. Il vescovo non si chiama più Vincenzo De Chiara ma Luigi Renzo. Le suore non ci sono più. Maria – di cui oggi facciamo fatica a ricordare il suo viso ingenuo e smarrito- non è più tra noi e Antonio che vive lontano giusto l’altro ieri ci ha fatto venire in mente questo antico ricordo legato all’infanzia. “Anch’ io il giorno dopo capii – ci ha confidato – che era stata la suora a portarci i regali. Ma quella mattina all’alba fu davvero bello credere che era stata propria la befana a ricordarsi di noi che eravamo poveri in canna”.

Quella befana che è sempre la stessa, immutabile nell’aspetto e nel suo girovagare, anche stanotte come ogni anno comincerà il suo giro. Viaggerà su una scopa con le sue inconfondibili scarpe rotte e con il suo cappello alla romana. Indosserà un gonnellone scuro, uno scialle e un grembuile. A buoni porterà regali e dolciumi. Ai cattivi cenere e carbone. Speriamo che non si dimentichi di nessuno e che sia equa con tutti. Ai bambini, quindi, il compito di andare a letto presto in quanto l’arzilla vecchietta non gradisce essere presa con le mani nella calza. A noi che abbiamo qualche anno in più da lei ci attendiamola BUONE NUOVE. Buona befana a tutti.

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