Cronaca

Scappa dalla casa di cura e viene ritrovato morto nel fiume Corace, due indagate

La Procura di Catanzaro ha iscritto nel registro degli indagati due operatrici della Rsa Madonna di Porto per omicidio colposo

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Ci sono due indagate per la morte di Carmine Spadafora, 85enne, il cui corpo senza vita è stato ritrovato nel fiume Corace, dopo che l’uomo si era  allontanato dalla casa di cura dove era ospite, la “Rsa Madonna di Porto”, a Gimigliano, nel Catanzarese, la notte tra il 24 e il 25 dicembre scorso. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Stefania Paparazzo ha iscritto nel registro degli indagati due operatrici della casa di cura, Michelina Mazza, 52 anni, residente a Serrastretta e Chiara Corapi, 25 anni, di Catanzaro (difese di ufficio dall’avvocato Dario Gareri) nei confronti delle quali si ipotizza il reato di omicidio colposo. Ci vuole vedere chiaro il magistrato titolare del fascicolo, che oggi ha conferito l’incarico, per l’esame autoptico sul corpo dell’uomo, al medico legale Matteo Antonio Sacco. L’autopsia avrà inizio questo pomeriggio e il perito avrà novanta giorni di tempo per chiarire le cause della morte, capire se sussistono o meno colpe di tipo medico sanitarie, considerato il fatto che Spadafora, trovandosi in una clinica privata, era sottoposto a vigilanza e controllo. Secondo la ricostruzione dei fatti, l’uomo, approfittando di un momento di concitazione dovuto all’intervento del 118 su un altro paziente, sarebbe scappato dalla struttura perdendo l’orientamento. Immediate le operazioni di ricerca attivate dalla Prefettura del capoluogo calabrese e dai carabinieri della zona.   Sul posto, coordinati dal funzionario di soccorso I.A. Massimo Conforti,13 unità dei Vigili del fuoco con il  supporto del SAF Fluviali, unità cinofile dei carabinieri, uomini della Guardia di Finanza e l’elicottero della Regione Calabria che ha sorvolato la zona. Alle 13.30 la drammatica scoperta: il ritrovamento del corpo esamine di Spadafora sul fiume Corace.  Da qui l’inchiesta della Procura e l’informazione di garanzia per le due operatrici della casa di riposo, un atto dovuto per consentire alle indagate di esercitare il diritto di difesa.