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“Manifestiamo solidarietà verso chi sta provando a fare pulizia a Catanzaro”

Codacons: "Quando ci conviene preferiamo nasconderci dietro la presunzione d’innocenza, che non ha nulla a che vedere con l’etica"

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“C’è un garantismo peloso e ipocrita, secondo cui non si deve mettere becco prima di una sentenza passata in giudicato … che, nel nostro paese, significa praticamente mai.  Come se non ci fosse un’etica, una morale, il semplice buon gusto che dovrebbe imporre a chi ricopre incarichi pubblici di svolgerli “con disciplina e onore”, come recita l’art. 54 della nostra carta costituzionale. Eppure quando ci conviene preferiamo nasconderci dietro la presunzione d’innocenza, che non ha nulla a che vedere non solo, come detto, con l’etica e con la morale, ma anche con la costituzione”. Per carità benissimo, a patto poi di non lamentarci se siamo l’ultima regione d’Europa, quella che può vantare un livello inaudito di corruzione nella pubblica amministrazione. Lo afferma in una nota il vice presidente nazionale Codacons Francesco Di Lieto che aggiunge: “Se i concorsi pubblici li vincono sempre gli amici degli amici e se i ponti cadono, perché costruiti con lo sterco dalle aziende infiltrate o raccomandate. Personalmente non mi appassiona e, anzi, non mi frega nulla se, ad esempio, Nicola Adamo abbia commesso dei reati. Ma da quella intercettazione emerge uno “schifo” che dovrebbe imporre un immediato ritiro dalla scena politica. Nei paesi civili parrebbe si faccia così …ed anche per molto meno.
E invece noi siamo qui a lagnarci perché  un cattivone impedisce al “poveretto” di partecipare alla prossima campagna elettorale.
Ma si, facciamoci del male. Però poi non lamentiamoci per come siamo ridotti. Ho chiesto all’amico Gino Domenico Spolitu, che domani ha in animo di andare a Pizzo per esprimere solidarietà al sindaco Callipo, – conclude la nota- di passare prima da Catanzaro e manifestare solidarietà a chi, tra mille difficoltà, sta provando a far pulizia.  Magari nella Piazza che porta il nome di Giacomo Matteotti, potrà urlare forte il suo disappunto contro un sistema che calpesta, quotidianamente,  l’etica civile, in una maniera sempre più sfrontata e con una sicumera davvero inquietante. La Calabria, oggi, è simile al mugnaio di Brecht ma con la consapevolezza che un giudice a Catanzaro c’è.
Teniamocelo stretto.