Cronaca

Omicidio Battaglia a Piscopio, quattro arresti: “Scongiurata un’escalation di ritorsioni” (VIDEO)

All'origine della sparatoria la contrapposizione tra due fazioni dello stesso locale di 'ndrangheta. Preziose le prime dichiarazioni fornite dal nuovo pentito Bartolomeo Arena

Non una semplice lite, ma una sorta di spaccatura all'interno dello stesso locale di 'ndrangheta. Quello di Piscopio dove le "nuove leve" crescono in un clima di assoluta omertà. Un muro che i Carabinieri di Vibo hanno infranto assicurando alla giustizia il presunto esecutore materiale dell'omicidio di Salvatore Battaglia, i presunti favoreggiatori e, persino, i destinatari dell'agguato compiuto nella notte tra il 27 e il 28 settembre, a margine dei festeggiamenti di San Michele, patrono della popolosa frazione vibonese. "Il nostro intervento - ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri, Bruno Capece - ha scongiurato un'escalation di azioni e ritorsioni tra opposte fazioni". Quanto accaduto a Piscopio nella settimana della festa di San Michele avrebbe potuto scatenare una vera e propria faida perché una semplice lite si era trasformata in qualcosa di più serio. "Il vero motivo del contendere - ha precisato il comandante del Nucleo operativo e radiomobile Luca Domizi - era il controllo del territorio e, in particolare, la gestione dei luoghi di ritrovo".




Il nuovo pentito. Tra le pagine dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Catanzaro Claudio Paris ci sono anche le prime dichiarazioni fornite dal nuovo collaboratore di giustizia della 'ndrangheta vibonese. Si tratta di Bartolomeo Arena, 43 anni di Vibo, da un paio di settimane trasferito insieme alla sua famiglia in una località protetta. Avrebbe fornito elementi preziosi alla ricostruzione della complessa vicenda che ha portato all'omicidio di Salvatore Battaglia e al ferimento di Giovanni Zuliani infrangendo il muro di omertà con il quale gli investigatori hanno dovuto fare i conti fin dalle prime battute. Michele Ripepi e Giovanni Zuliani, i destinatari dell'agguato, avrebbero taciuto per interesse non fornendo alcun indizio agli inquirenti circa l'identità dell'esecutore materiale e la dinamica della sparatoria. Sono stati arrestati per favoreggiamento personale e anche perché - secondo l'accusa - quella notte sarebbero stati armati. Per questo motivo ai due viene contestata anche l'accusa di porto e detenzione abusiva di arma da fuoco.

I presunti favoreggiatori. Nei guai sono finite altre tre persone: ai domiciliari Michele Fiorillo, 32 anni, coetaneo di Antonio Felice, il presunto assassino. "Si è trovato - ha chiarito il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Vibo, Gianfranco Pino - a soccorrere Felice fornendogli una via di fuga". Secondo l'accusa sarebbe stato a conoscenza delle modalità e delle casuali della sparatoria non dando alcun contributo alle indagini. Oggi è accusato di favoreggiamento personale e nei suoi confronti il gip distrettuale ha disposto la custodia cautelare ai domiciliari. Diversa la posizione dei fratelli Francolino, Antonio e Giuseppe, rispettivamente 25 e 24 anni. Per gli inquirenti erano a conoscenza dei fatti, sapevano chi ha sparato ma hanno taciuto e quella notte avrebbero lasciato in fretta e furia lo stand dove stavano lavorando coprendo con un adesivo il foro di ogiva lasciato sull'auto di loro proprietà. Pur non facendo parte di alcuna fazione, pagano il loro silenzio con l'obbligo di dimora e anche loro con l'accusa di favoreggiamento personale. "Dire ciò che non si sa - hanno precisato gli investigatori - non è facoltativo ma è un dovere di ogni cittadino".

LEGGI ANCHE | Sparatoria a Piscopio, arrestati i presunti destinatari dell'agguato e i favoreggiatori (FOTO-VIDEO)

LEGGI ANCHE | Omicidio Battaglia a Piscopio, arrestati quattro esponenti delle cosche (NOMI)

LEGGI ANCHE | Sparatoria a Piscopio, preso l'assassino di Battaglia: "E' stato ucciso per un affronto"

 

 

Più informazioni