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Medici di base, troppi in pensione e 16mila posti non saranno coperti

Sostituzioni non sufficienti da qui al 2023. Il segretario dei camici bianchi avverte: "Siamo già in sofferenza"

medici di base

Succede in città grandi e piccole, in quartieri periferici o centrali. Il medico di famiglia a breve andrà in pensione e non si sa ancora da chi verrà sostituito. E nemmeno se il sostituto arriverà nello stesso studio. In alcune realtà i pazienti si sono dati da fare, con raccolte di firme per convincere il loro medico a restare fino a quando la legge lo consente: 70 anni è l’età massima. Ma spesso, a malincuore, i dottori hanno scelto di ritirarsi: fare il medico di base, spiegano, è un lavoro “bellissimo” ma stressante, e da qualche anno gravato da troppi adempimenti burocratici.

Così da un lato molti andranno in pensione e dall’altro, per mancata programmazione, i giovani che ne prenderanno il posto sono pochi. Sul fronte pensionamenti si registra proprio adesso il picco. Finora andavano in pensione ogni anno circa 7-800 medici di base, ma nei prossimi tre o quattro anni ci sarà l’impennata con “2mila-2.500 pensionamenti all’anno fino al picco dei 3mila nel 2023. In pratica – spiega Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, la Federazione nazionale dei medici di medicina generale – in quattro anni avremo una carenza d’organico di 10-15mila medici, considerando che tutti lascino a 70 anni e non a 68 come è loro diritto”. Considerando i pediatri, alcune stime arrivano a 16mila. In molti casi ci saranno situazioni-ponte, in altri si dovrà proprio cambiare ambulatorio. La situazione è disomogenea a livello nazionale, con zone, come alcune di Milano o di Torino, già scoperte, e altre, come le regioni del Nord dove si è in sofferenza, altre ancora, come quelle centrali dove l’emergenza si sta affacciando.

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