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Revolver e proiettili in casa, a Vibo passa dal carcere ai domiciliari un 39enne

La decisione del gip Tiziana Macrì che ha accolto l'istanza del suo difensore, l'avvocato Diego Brancia

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Aveva una pistola revolver nascosta in un borsone all’interno di un armadio e 57 proiettili occultati nella tasca di un giubbotto e in un contenitore nella cucina. E per questa ragione i carabinieri della Stazione di Vibo Marina avevano arrestato nella frazione di Longobardi Alberto Marchese, 39 anni, noto alle forze dell’ordine. L’uomo era stato fermato con l’accusa di detenzione illegale di arma clandestina. In particolare, nell’appartamento ubicato al piano terra, i militari dell’Arma avevano trovato una pistola revolver calibro 22 con matricola abrasa e relativo munizionamento composto da 57 proiettili. Mentre l’arma era stata occultata in un armadio, le munizioni erano state suddivise e nascoste dentro un giubbotto e sotto alcuni stracci in un contenitore della cucina. Ebbene, nella giornata odierna, Marchese (difeso dall’avvocato Diego Brancia) è passato dal carcere agli arresti domiciliari. Il gip del Tribunale di Vibo Valentia Tiziana Macrì ha infatti accolto l’istanza del suo legale, consentendo all’indagato di lasciare la cella del penitenziario dove si trovava da qualche giorno e fare rientro presso la propria abitazione.

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