Banco alimentare, sono quasi 18mila i minori che ricevono alimenti in Calabria

Il dato è quasi triplicato se si considera che il numero delle persone che ricevono la spesa è diminuito di seimila assistiti.

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Sono oltre 17.700 i minori fino a 15 anni che in Calabria ricevono alimenti di prima necessità da parte del Banco Alimentare regionale. Si tratta del 21% delle circa 108.000 persone assistite nel 2018. Sono i dati diffusi dal Banco Alimentare della Calabria in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

“Il tema della povertà infantile – afferma il presidente del Banco calabrese Francesco Gerardo Falcone – è molto sentito dal Banco Alimentare a livello nazionale, ma soprattutto da realtà come la nostra che operano nel Sud. Nelle regioni meridionali, infatti, le famiglie fanno molta più fatica a mettere insieme il pranzo e la cena. Per questo rivolgiamo un’attenzione più particolare ai minori”. Il dato dei minori assistiti è aumentato negli ultimi tre anni. Nel 2016, su circa 114 mila assistiti, 7.500 erano minori (6,5%).

Oggi il dato è quasi triplicato se si considera che il numero delle persone che ricevono la spesa è diminuito di seimila assistiti.

“Questo deve farci riflettere su come sia cambiata negli ultimi anni la povertà nella nostra regione”, spiega il direttore del Banco Alimentare della Calabria Gianni Romeo. “Se prima erano soprattutto gli anziani a chiedere un aiuto – prosegue – ora sono le famiglie a dover fare i conti con uno stipendio che non basta più a riempire il frigo e la dispensa. In questi anni stiamo lavorando molto nelle scuole e continueremo a farlo perché chi ha tanto impari a non sprecare e chi può capisca l’importanza di donare a chi è meno fortunato”.

Il prossimo 30 novembre anche in Calabria si svolgerà la Colletta Alimentare: davanti ai supermercati delle città e dei paesi, centinaia di volontari con una pettorina gialla raccoglieranno generi di prima necessità che, nel corso dell’anno, saranno distribuiti alle famiglie che ne faranno richiesta tramite gli enti caritatevoli più prossimi.