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M5S, Di Maio sotto assedio attacca i ribelli: “Via chi rema contro”

Sfogo su Facebook del leader, i fedelissimi fanno quadrato. Ma i parlamentari affondano: "È confuso e debole". Grassi lascia il Movimento

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Un uomo solo al comando. Ma troppo solo per poter reggere la crisi che gli è caduta addosso. Quella della sua leadership, ormai sotto gli occhi din tutti. Negli ultimi giorni, complice la crisi Ilva che ha aperto una faglia interna al M5s non rimarginabile, il leader è stato oggetto di prese di distanza nette da parte non solo dei parlamentari critici, ma anche dei ministri a lui più vicini come Bonafede e Fraccaro. Sussurri e grida (della Lezzi in assemblea) che hanno spinto ieri Di Maio ad indicare nuovamente la porta a chi si mette di traverso. «Chi preferisce guardarsi gli affari suoi – ha scritto di suo pugno in un post su Fb – conosce la strada, il Movimento non lo piangerà». Dal blog delle stelle sono usciti a dargli man forte, insieme a una pattuglia di fedelissimi cercando di dare la colpa ai giornali: «Il M5s– si legge – continuerà compatto a lavorare dalla parte giusta del Paese, compresi coloro che provano a fermarci scrivendo falsità».

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