Muore dopo quattro giorni di febbre alta, la perizia scagiona i sanitari

Nei prossimi giorni l'avvocato di uno dei tre indagati depositerà l'istanza di archiviazione per il proprio assistito

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E’ stata depositata la perizia medico-legale che scagiona i tre sanitari finiti sul registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Maria Antonia Andali, la 32enne di Cropani morta lo scorso mese di marzo dopo quattro giorni di febbre alta e il trasferimento all’ospedale Pugliese-Ciccio di Catanzaro dove è avvenuto il decesso.

L’inchiesta. Il sostituto procuratore Andrea Giuseppe Buzzelli ha aperto un’indagine a carico del medico curante della donna, Michele Gallucci, la dottoressa della guardia medica Teresa Cona e l’operatore del 118 Leonardo Graziano con l’obiettivo di fare piena luce sulla vicenda. La Procura ha quindi disposto l’esame autoptico sul corpo della vittima conferendo l’incarico medico legale ai periti Rocco Pistininzi anche per conto e delega del dottore Pietro Tarzia e del dottore Santo Giovanni Lio i quali avevano già escluso la responsabilità medica degli indagati. La consulenza tecnica medico-legale depositata il 28 ottobre ha confermato quanto emerso nel corso dell’autopsia escludendo qualsiasi responsabilità da parte dei sanitari.

Istanza di proscioglimento. L’avvocato Domenico Grisolia che difende Michele Gallucci depositerà quindi nelle prossime ore un’istanza di proscioglimento del proprio assistito avendo i consulenti medici legali escluso qualunque tipo di responsabilità. Per i consulenti i sanitari “hanno gestito correttamente la paziente fino ad assisterla pochi minuti prima dal decesso”. Nelle loro conclusioni gli stessi periti sostengono che “con alta probabilità logica vicina alla certezza condotte diverse da quelle praticate” non avrebbero potuto evitare il decesso.

Dalla febbre al decesso. Secondo la ricostruzione dei fatti, la donna sarebbe stata con la febbre alta per quattro giorni, domenica e lunedì, poi la dissenteria senza più febbre mercoledì e l’epilogo giovedì, quando le condizioni di salute si sarebbero aggravate. Antonia sarebbe stata assistita dal medico di guardia medica e dal medico curante. La madre avrebbe allertato il 118 per ben tre volte, senza però che a queste chiamate seguisse un intervento dei sanitari, perché si pensava potesse trattarsi di una semplice sindrome influenzale. Il 118 sarebbe intervenuto solo quando le condizioni di salute della giovane donna si sarebbero aggravate. Solo nel pomeriggio di giovedì, infatti, il medico curante avrebbe evidenziato le condizioni disperate della ragazza, allertando subito l’ambulanza che ha trasportato la donna in ospedale dove però è morta poco dopo. Sono stati i familiari della vittima, assisti dal legale di parte offesa Salvatore Iannone, a denunciare il fatto alla Questura di Catanzaro e a far scattare le indagini della Procura. (m.f.)

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